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 2016  settembre 13 Martedì calendario

Nella Silicon Valley a 40 anni si è già troppo vecchi

Hai quarant’anni? Sei già da pensionare. Succede in California, nella Silicon Valley. Al punto che i «non più giovani» cercano tutti gli espedienti per dimostrare meno anni. Dal linguaggio giovanilistico al look da ventenni in carriera. Per esempio, niente cravatta durante i colloqui di lavoro. Ma c’è anche chi fa causa alle aziende, sono già 150, che li hanno licenziati per «discriminazione generazionale».
Nel film del 2013 «Gli stagisti» con Owen Wilson (se non lo ricordate o non lo avete visto non vi siete persi nulla) i due protagonisti quarantenni, perso il lavoro nella Silicon Valley, tentano di tornare giovani per farsi assumere da Google.
Impresa al limite del possibile, vista l’agguerrita concorrenza di giovani ventenni appena sfornati da Stanford, ma che ai due riesce. Alla fine Wilson e il suo collega potranno indossare lo stupido cappellino da Noogle (da new googler, soprannome che viene dato alle matricole) nonostante i 40 anni suonati.
Chiaramente il lieto fine è una pura esigenza da copione hollywoodiano. Nella realtà Google – ma accade anche ad altre società come la ex Hewlett Packard – sta affrontando delle cause per avere licenziato dei quarantenni, proprio causa età. Se in Italia bisogna attendere di avere i capelli bianchi per ricevere la dovuta attenzione professionale in California e dintorni – che suoni da parziale consolazione – a 40 anni si è «out», fuori dal mercato. Non sono percezioni, ma statistiche: dal 2008 a oggi, le 150 aziende più importanti della «Valle del Silicio» hanno dovuto fronteggiare al California Department of Fair Employment 226 cause per discriminazione «generazionale». Il 28 per cento in più delle cause sollevate per questioni di razza e il 9 per cento in più di quelle legate al genere. Nonostante i dibattiti su d iversity & inclusion, nella Valley non c’è niente di peggio che essere 40enni.
La mentalità dell’industria te ch, d’altra parte, è particolarmente spietata: lo stesso fondatore di Alibaba, Jack Ma, ha dichiarato, prima dei 50 anni, di volersi ritirare per fare posto ai giovani. È rimasto azionista e continua a comandare, ma l’aneddoto dà la misura del cambiamento culturale.
Il fenomeno forse più curioso, raccontato da Bloomberg, è però la reazione evoluzionista dei 40enni della Valley: curricula asciugati e che tengono conto soltanto delle esperienze degli ultimi 5-10 anni, immersioni in telefilm e stampa adolescenziale per assorbirne il linguaggio, vestiti casual e anche interventi di chirurgia plastica (per tutti i generi). Alla ricerca dell’anti-seniority perduta. C’è materiale sull’adattamento che Darwin avrebbe trovato interessante.
Come la storia di Andrea Rodriguez, ex manager di successo per SugarCrm, che ha raccontato a Bloomberg come le abbia tentate tutte per passare, all’incredibile età di 50 anni, gli esami dei capi del personale. Rodriguez ha studiato i nuovi lemmi dei millenials su «Urban dictionary», ha aperto profili Twitter, Snapchat e Pinterest. Ma la mossa chiave è stata quella di avviare un blog attirando l’interesse di Aruba, che l’ha riassunta.
Michael Peredo, 55 anni, licenziato dalla Mercedes, ha raccontato di avere trovato lavoro solo dopo avere deciso di presentare meglio la sua professionalità: ha tolto il cravattino. L’abito non farà il monaco, ma una maglietta può regalarti l’assunzione. In ogni caso la vita «sociale» nelle aziende rimane difficile: la media dei lavoratori negli Usa è di 42 anni. Ma in Apple è 31. In Google e Tesla 30. In LinkedIn e Facebook 29 (dati Payscale). La stessa Harvard Business Review ha affrontato di recente l’argomento enumerando i motivi che dovrebbero spingere le aziende ad apprezzare l’esperienza, invece di considerarla addirittura negativa (assumere solo giovani come se fossero portatori di chissà quale mantra moderno è come continuare a dare il potere agli ottantenni. Dopo la gerontocrazia non si sente il bisogno di una young-crazia).
Iniziata come una controcultura, quella della t-shirt e della felpa ha evidentemente ormai perso il suo valore originario, diventando la nuova formalità. Magari il prossimo Zuckerberg, per diventare strano, dovrà dismettere ciabatte & felpa e optare per un buon gessato.