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 2016  settembre 13 Martedì calendario

Il nuovo numero 1 del tennis italiano si chiama Paolo Lorenzi. Ha 33 anni e ancora tanta voglia di giocare

Il nuovo n. 1 del tennis italiano è un arzillo 33enne dalla lunga gavetta, uno che ha dovuto pagarsi tutto, per anni ha viaggiato solo soletto. Un sopravvissuto: Paolo Lorenzi da ieri è n. 35 della classifica (Fognini ora è scivolato indietro, 43°).
Una bella soddisfazione, ora può ritirarsi in pace… «Ma non ne vedo il bisogno. Ho ancora voglia».
Sa che le sue parole ricordano quelle di Totti?
«Ecco, vorrei smettere con Roma 2024».
Quella è un’altra storia. Però sa cosa diranno? Che il tennis italiano è messo male, se il n. 1 ha la sua età… «E sa cosa rispondo io? Che se guardassimo di più il ranking, e meno l’età anagrafica, sarebbe meglio. Molto meglio».
Oddio, non è che le classifiche siano entusiasmanti.
«Aspettiamo i prossimi mesi, qualcosa si sta muovendo».
Ne è sicuro?
«Sì, nel giro di qualche anno i Giannessi, i Napolitano si faranno valere».
Un po’ come è capitato a lei.
Se lo ricorda un certo Gianluca Pozzi?
«Naturalmente. Un esempio di persona».
Lui faceva tutto da solo: viaggiava senza coach, si autoallenava… «Io il coach ce l’ho, Galoppini. Ed è stato decisivo».
Però ha dovuto sorbirsi una bella gavetta.
«Sono tredici anni che sono in giro, la prima volta all’estero fu a 16 anni, un satellite in Egitto. E non mi fecero nemmeno giocare».
Lei è un ‘mammone’ o no?
«Assolutamente no. Ho sempre viaggiato da solo».
E allora come si spiega l’esplosione tardiva?
«Boh, il mio tennis richiedeva applicazione e attesa».
Non ha mai avuto il pensiero di mollare?
«No, ma quello di rubare sì: guardo gli altri giocare, cerco di carpire colpi e movimenti».
Chi la conosce sa quanto sia umile e gentile.
«E spero, in futuro, di poter tramandare ai giovani questo messaggio, mi piacerebbe allenare».
Ma com’è l’altro tennis, quello lontano dalle luci della ribalta?
«È il tennis che mentre ti alleni devi fare i conti con i soci del circolo che vogliono il tuo campo, il tennis di tornei organizzati male, il tennis che cerchi di arrivare con i conti».
Invece di Nadal, lei ha frequentato il carneade Enrico Becuzzi.
«Un amico vero, quante risate pazzesche ci siamo fatti. Lui cerca il primo punto Atp, spero che un giorno possa riuscirci».
Dicevamo dei costi del tennis.
«Quando sei 200 del mondo non guadagni, ma se ti sai gestire riesci a sopravvivere».
Cosa le ha tolto il tennis?
«Le vacanze, le gite con gli amici. Onestamente quello mi è mancato».
Fortunatamente il tennis le ha dato anche altro.
«L’indipendenza. Il parlare le lingue. La capacità di sapersi adattare».
Ne avrà di episodi da raccontare...
«Uno che ricordo come fosse ieri: ero a New York, il bus non passa e io rischio di non giocare. Passa la Jankovic con la macchina, le chiedo un passaggio e lei dice no. Che tristezza».
In attesa del 2024, ha qualche consiglio da anticipare?
«Sì, ai genitori: niente fretta e mentalità aperta coi figli».
Ah, ultima cosa: sa che McEnroe l’ha accusata di aver voluto perdere con Murray agli US Open perchè secondo lui preferiva giocare un challenger?
«Eh, Mac deve fare show...».