la Repubblica, 13 settembre 2016
Il lavoro cresce e Renzi è soddisfatto: «Abbiamo creato 585mila posti»
Lavoro, si cresce. Poco, ma va meglio. Non che si torni ai livelli pre-crisi ancora ben lontani, ma qualcosa si sta muovendo. A certificarlo sono i dati Istat sull’andamento del mercato del lavoro del secondo trimestre 2016. Tre mesi in cui è salito il numero degli occupati e, per la prima volta da ben quattro anni, è il lavoro dei giovani a risvegliarsi. Su base annua nella fascia di età 15-34 anni, sono stati creati 223mila posti. Gli occupati totali salgono di 439mila unità in un anno, con la crescita tendenziale che arriva al 2% e i disoccupati scesi di 109mila unità.
L’aumento dell’occupazione riguarda soprattutto i dipendenti, sia a tempo indeterminato (+308 mila) sia a termine (+72 mila), mentre continuano a diminuire i collaboratori. Una discesa, quest’ultima, dovuta alle norme più stringenti sui contratti di collaborazione, che le aziende sono costrette a trasformare in rapporti stabili. Sale anche l’occupazione femminile, ma soprattutto al Nord, mentre scende il numero degli scoraggiati, così come ha ripreso a salire il lavoro autonomo, ma senza dipendenti.
È così che il tasso di disoccupazione va giù, ma sempre con i decimali, 0,6 punti rispetto allo stesso trimestre del 2015. E cala anche il numero dei Neet, i giovani che non studiano e non lavorano. Un risultato che secondo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, è da attribuire al programma Garanzia giovani, che ha dato a molti nuove opportunità di lavoro.
Certo non è proprio una vittoria, perché il tasso di disoccupazione giovanile in Italia, rispetto ai Paesi Ocse, rimane alto. Ma a luglio, ricorda l’organizzazione parigina, Italia e Spagna sono i Paesi che hanno abbattuto di più il tasso di disoccupazione. Tanto basta al premier Matteo Renzi per festeggiare su Twitter: «Da inizio nostro governo: più 585 mila ha scritto – il Jobs act funziona». E su questo punto è in sintonia con Pier Carlo Padoan. «L’occupazione – dichiara in serata il ministro dell’Economia a Porta a Porta – è in crescita, segno che il Jobs act sta funzionando». E anche per il leader degli industriali Vincenzo Boccia, i dati dell’Istat confermano che il Jobs Act ha funzionato.
Una sintonia che non piace a sindacati e opposizioni, anche perché rimane il problema della crescita zero, che certo non è un segno positivo per il mercato del lavoro. La Cgil con Roberto Sanna, spiega che «non esiste alcuna statistica che dimostri che il Jobs act abbia funzionato». Per Guglielmo Loy della Uil, il problema è la crescita perché «con un Pil quasi immobile è complicato aspettarsi una risalita significativa dell’occupazione».
E anche l’ex ministro del Lavoro Sacconi gela l’entusiasmo del governo e con i dati: «Sappiamo già che a luglio c’è stata una battuta d’arresto».