Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  settembre 13 Martedì calendario

Dopo il malore Hillary Clinton interrompe la campagna elettorale • Il «fattore salute» dei presidenti americani • L’anticipo pensionistico (Ape) parte il primo gennaio 2017 • In Italia torna a crescere il mercato del lavoro • Il prete che ha lasciato la Chiesa perché s’è innamorato

 

Clinton Dopo il malore alle celebrazioni dell’11 settembre, causato dalla polmonite (vedi Fior da fiore), Hillary Clinton domenica sera ha annullato il viaggio a San Francisco e Los Angeles previsto per ieri e oggi. La candidata democratica, 68 anni, parteciperà ai comizi in teleconferenza dalla sua casa di Chappaqua, nello Stato di New York. Due giorni di stop parziale, prima di riprendere la campagna. Intanto il suo staff prova a respingere l’accusa di aver intenzionalmente nascosto quali fossero le reali condizioni di salute dell’ex segretario di Stato. Solo domenica 11 settembre, alle 17.30 ora degli Stati Uniti, i collaboratori di Hillary hanno diffuso la nota del medico di fiducia, Lisa Bardack: «Ha la polmonite, deve prendere gli antibiotici e stare a riposo». La diagnosi, però, risale a venerdì 9 settembre. «Avremmo potuto fare di meglio», scrive su Twitter Jennifer Palmieri, responsabile per la comunicazione, «ma è un dato di fatto che il pubblico sappia più di Hillary Rodham Clinton che di qualsiasi altro candidato della storia». Brian Fallon, portavoce dello staff, ha annunciato, invece, «che non ci sono altri problemi di salute, al di là della polmonite». In settimana lo staff «fornirà un quadro completo di informazioni mediche», mentre si è diffusa la notizia che almeno sei collaboratori di Hillary siano stati colpiti dalla stessa infezione (G. Sar., Cds). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Trump Donald Trump, spiazzando molti osservatori, in mattinata è stato lieve sulla malattia di Hillary: «Spero che guarisca e torni presto in gara. Non credo che il partito democratico la sostituirà. La vedremo al dibattito presidenziale fra due settimane». Ha anche detto che presenterà nei prossimi giorni «i risultati di una serie di esami clinici»: «Credo saranno molto buoni, perché mi sento veramente in forma» (ibidem)

Salute 1 Nel 1980 il candidato repubblicano alla presidenza Ronald Reagan, 70 anni, è un uomo vigoroso che spacca la legna e va a cavallo tutti i giorni. Però le polemiche sulla sua età non si placano e allora lui assume una iniziativa senza precedenti: rende pubblica la propria cartella clinica e s’impegna a dimettersi in caso di grave malattia (come è umano non lo farà, anche se nel secondo mandato denuncerà i primi sintomi del male che più tardi lo ucciderà, l’Alzheimer). L’iniziativa di Reagan cambierà la politica americana, introdurrà nelle elezioni il «fattore salute» (psichica e fisica) dei candidati. Da quel giorno, l’America esigerà un presidente o una presidentessa sani e forti, e chiederà di conoscerne la cartella clinica. Ma prima di quel 1980, l’America della salute dei candidati alla presidenza non sapeva praticamente nulla (Caretto, Cds).

Salute 2 Abraham Lincoln pativa di attacchi di panico e profonde depressioni. John Kennedy e Reagan viaggiavano sempre con la valigetta dei medicinali. Il giovane Kennedy fu forse il presidente più afflitto da malattie di ogni tipo che si ricordi, ricoverato in ospedale trentasei volte, tre delle quali in pericolo di vita. Si racconta che nella vittoriosa campagna elettorale del 1960 temette non che il suo cattolicesimo, eresia in un’America ultra protestante, bensì i suoi trascorsi medici gli costassero la presidenza. Un giorno che perse di vista la valigetta dei medicinali scatenò i suoi uomini alla sua caccia: «Se i nostri avversari ci mettono sopra le mani sarò politicamente assassinato» (ibidem).

Salute 3 Il più grande presidente americano del Novecento fu Franklin Roosevelt, il vincitore della Grande Depressione degli anni Trenta e della Seconda guerra mondiale, immobilizzato sulla sedia a rotelle dalla poliomielite. Il suo male diventò di pubblico dominio nel 1924, quando si presentò al Congresso del partito democratico in stampelle, ma non ne ostacolò l’ascesa. L’America era disastrata, i suoi valori non erano quelli materiali. Roosevelt fu eletto quattro volte, l’ultima nel 1944: i medici sapevano che era ormai prossimo alla morte, ma lo ritenevano indispensabile (ibidem).

Ape Un vertice tra governo e sindacati spiana la strada alle novità sulle pensioni. L’Ape, anticipo pensionistico, partirà dal primo gennaio 2017 e consentirà ai nati tra il 1951 e il 1953 di lasciare il lavoro tre anni e sette mesi prima del dovuto, con un un taglio del 5% sull’assegno lordo per ogni anno di anticipo. Considerando i 3 anni e sette mesi di anticipo massimo, il taglio potrà arrivare fino al 15/18%. Ma poi bisogna aggiungere gli interessi per la banca e la polizza assicurativa contro il rischio di premorienza. Alla fine il costo potrebbe arrivare a sfiorare anche il 25%. Chi invece rientra nelle categorie tutelate, come i disoccupati e i disabili, perderà al massimo il 3% l’anno. Nulla se la sua pensione sarà al di sotto dei 1.500 euro lordi al mese, intorno ai 1.200 netti. Per questo il grosso dei 350 mila lavoratori che secondo il governo potrebbero rientrare nel primo anno di applicazione dell’Ape dovrebbero venire proprio da qui. Sulla quattordicesima - l’assegno in più incassato a luglio dai pensionati a basso reddito - l’accordo è chiuso come previsto. Andrà a un altro milione e 200 mila pensionati, alzando la soglia di reddito massimo da 750 euro a 1000 euro lordi al mese. Chi già la prende avrà un ritocco del 25% (Salvia, Cds).

Occupazione I dati Istat sull’andamento del mercato del lavoro del secondo trimestre 2016 dicono che gli under 35 inattivi sono scesi per la prima volta dal 2008 (sono stati creati 223mila posti). Gli occupati totali salgono di 439mila unità in un anno, con la crescita tendenziale che arriva al 2% e i disoccupati scesi di 109mila unità. L’aumento dell’occupazione riguarda soprattutto i dipendenti, sia a tempo indeterminato (+308 mila) sia a termine (+72 mila), mentre continuano a diminuire i collaboratori. Sale anche l’occupazione femminile, ma soprattutto al Nord, mentre scende il numero degli scoraggiati, così come ha ripreso a salire il lavoro autonomo, ma senza dipendenti. Cala anche il numero dei Neet, i giovani che non studiano e non lavorano (Ardù, Rep).

Prete Don Marco Scarpa, parroco di San Pantalon a Venezia, appassionato di cultura russa e bulgara, molto impegnato per il dialogo interreligioso, docente a contratto di letteratura russa all’Università Ca’ Foscari e stimato studioso di slavistica, alla messa di domenica mattina ha lasciato di stucco un centinaio di fedeli annunciando che nella sua vita è entrata una donna: «D’accordo con il patriarca Francesco Moraglia ho deciso di prendermi un periodo di riflessione per capire alcuni aspetti importanti delle mie scelte, soprattutto nell’ambito dell’affettività». Agli altri l’ha comunicato nel pomeriggio via Facebook, provocando una grandinata di commenti, quasi tutti beneauguranti. «Spero di cuore che tu possa trovare con serenità la tua strada». «Buon cammino fratello». «Sarai sempre accompagnato dalla nostra preghiera». «Noooooo!». Lui ha voluto tranquillizzarli: «I legami d’amore vissuti con il Signore non cessano ma si trasformano. Così spero sia anche il mio legame con voi. Vi chiedo di accompagnarmi in questa nuova tappa della mia vita». Intanto a San Pantalon si chiacchiera della «donna del parroco». Chi la conosce lo precisa: «È un’italiana, non russa». Lui non vuole aggiungere altro: «Questa è pruderie, è ora di fermare il polverone» (Pasqualetto, Cds)

(a cura di Roberta Mercuri)