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 2016  settembre 11 Domenica calendario

Il Campiello va a Simona Vinci

È decisamente rosa il colore del Campiello quest’anno. A Venezia, sul palco del Gran Teatro la Fenice (premiazione in diretta su Rai5, condotta da Geppi Cucciari e Neri Marcorè), le donne hanno avuto la meglio. La vittoria ha baciato Simona Vinci (è troppo facile dire che il cognome le ha portato fortuna) con 79 voti (sui 280 espressi dalla giuria popolare) e un complesso romanzo sulla follia, La prima verità (Einaudi Stile libero). La storia è ambientata nell’isola greca di Leros dove una giovane donna si reca per scoprire il misterioso passato dei reclusi. «Dovevo raccontare di loro e attraverso di loro avrei forse raccontato anche me, del mio paese di origine, di mia madre», annota Vinci.
C’è un’altra donna al secondo posto e 15 punti di distacco: Elisabetta Rasy, autrice de Le regole del fuoco (Rizzoli), romanzo ambientato durante la Prima guerra mondiale che narra la nascita dell’amore lesbico fra due infermiere al fronte. La sua opera aveva ottenuto un largo consenso dalla Giuria dei Letterati, presieduta dallo storico Ernesto Galli della Loggia, lo scorso maggio durante le votazioni per la cinquina. A completare la cifra femminile del premio degli industriali veneti, ecco la giovanissima vincitrice del Campiello Giovani, la diciassettenne Ludovica Medaglia.
Gli altri finalisti del SuperCampiello: Andrea Tarabbia ( Il giardino delle mosche, Ponte alle Grazie, 62 voti), Luca Doninelli ( Le cose semplici, Bompiani, 41), Alessandro Bertante ( Gli ultimi ragazzi del secolo, Giunti, 34). Per i trecento componenti della Giuria popolare cui spetta l’ultima parola, come il solito si è puntato sulla «trasversalità». Al verdetto per la vittoria, dunque, hanno contribuito 130 maschi (46,3%) e 161 femmine (53,7%). Fra loro, casalinghe (20), imprenditori (50), lavoratori dipendenti (101), liberi professionisti e rappresentanti delle istituzioni (71), pensionati (30), studenti (15). Nel gruppo, qualche nome noto: i conduttori Federico Basso e Luca Bizzarri, il giornalista Oscar Giannino e l’attore Alessandro Haber. Ma, oltre il SuperCampiello, il progetto culturale degli imprenditori veneti ha prodotto altri riconoscimenti.
Dal Campiello Opera Prima – attribuito quest’anno a Gesuino Némus ( La teologia del cinghiale, Elliot) – al Campiello Giovani. Cinque ragazze finaliste per questa 21° edizione. Vince Ludovica Medaglia, con il racconto Wanderer (Viandante). Narra la storia di un vecchio pianista che rinunciò alla carriera per amore e ora trascorre i suoi ultimi anni preparando necrologi su se stesso. Riesce a tornare alla vita grazie a una riconquistata passione per la musica. Il premio della Fondazione Campiello alla carriera va allo scrittore Ferdinando Camon. I suoi libri sono tutti pubblicati da Garzanti. «In bilico tra istanze saggistiche di taglio antropologico e appassionata affabulazione memoriale – si fa notare – la copiosa narrativa di Camon è stata contraddistinta fin dagli esordi da un inedito timbro di beffarda diagnosi dei cambiamenti sociali, coniugata, però, con un’appassionata reverenza per l’epopea della tradizione contadina».
Infine, Il Campiello Economia, introdotto in questa edizione. Se lo aggiudica Dario Di Vico, editorialista del «Corriere della Sera».