Corriere della Sera, 11 settembre 2016
Casaleggio figlio fa come il padre
Una settimana particolare – quella che si è appena conclusa – che forse ha finito per sconvolgere più di quanto non possa apparire il mondo e gli equilibri dei Cinque Stelle. Roma con le sue riunioni, la guerra nel direttorio, l’arrivo di Beppe Grillo è stata sotto i riflettori, ma una parte decisiva nello sciogliere i dubbi e uscire dall’impasse è stata interpretata anche dall’associazione Rousseau, in primis da Davide Casaleggio.
I vertici milanesi hanno giocato un ruolo di primissimo piano, rispedendo al mittente – per una ulteriore riflessione – le iniziative dei parlamentari. Due post su Virginia Raggi – di segno opposto tra loro (il primo un sostegno contenuto a ridosso delle dimissioni di Carla Raineri e Marcello Minenna, il secondo un duro aut aut alla sindaca dopo l’audizione in commissione Ecomafie) – sono stati sospesi. Mosse dettate dalla necessità di non creare una escalation di tensioni.
Il dato politico è che di fatto per la prima volta Davide Casaleggio si è trovato a calcare le orme di suo padre. L’imprenditore finora ha preferito smarcarsi nelle scelte lasciando mano libera al direttorio per concentrarsi su quella che considera la priorità: l’attività di consulenza della Casaleggio Associati. Risucchiato anche lui dal precipitare degli eventi a Roma, Casaleggio jr ha dovuto vestire i panni dello stratega. Si è coordinato a lungo con Grillo. Tra i due si è creata una sintonia di intenti sul da farsi. Una importante riunione in programma a Milano è stata annullata. Mercoledì, nella giornata del vertice tra il garante e il direttorio, i rumors raccontano di una lunga telefonata tra i due. L’imprenditore ha pensato anzitutto a bloccare l’emorragia di veleni che stava portando al rischio implosione dei Cinque Stelle. Poi, in un secondo momento, ha dato il suo incoraggiamento a sostenere la posizione di Luigi Di Maio, troppo esposto in queste ultime settimane – secondo l’imprenditore – a fare da parafulmine, assumendosi responsabilità per conto di tutti.
Come il padre, Davide Casaleggio avrebbe dimostrato una certa dose di pragmatismo, assumendo anche posizioni di autocritica: su Virginia Raggi – questo il ragionamento dell’imprenditore – ci sarebbe stato un errore di fondo fin dall’inizio, un mancato coordinamento tra le diverse anime del Movimento e la candidata sindaca, chiarendo subito ruoli e responsabilità della squadra di governo della Capitale. Certo, poi, con il passare dei giorni, vedendo anche le posizioni molto ferme e decise di Raggi, sarebbe cresciuto pure tra i vertici dell’associazione Rousseau un certo malumore. «Se io avessi visto Virginio Merola (sindaco Pd di Bologna, ndr ) togliere deleghe e nomine a dieci o 12 persone nel giro di 40 giorni sarei molto preoccupato per la mia città, quindi sono legittimamente preoccupato per quello che sta succedendo a Roma», ha dichiarato Massimo Bugani (che con Casaleggio jr e David Borrelli è a capo dell’associazione Rousseau). Una dichiarazione che molti ortodossi, tra i principali detrattori della sindaca, hanno giudicato tra loro come fin troppo morbida. Tuttavia è lo stesso Bugani a precisare: «Non era un affondo contro Virginia, ma solo una constatazione dei fatti: prima riusciamo a guardare in faccia la realtà, prima riusciamo a uscire con soluzioni valide». E non è escluso che le soluzioni per il futuro possano anche riguardare un nuovo ruolo – nel medio periodo – per lo stesso Casaleggio. Intanto ieri, proprio per fronteggiare la crisi romana e per confrontarsi sulla situazione interna al M5S, si è tenuto un summit a casa di Alessandro Di Battista— secondo quanto sostiene l’Adnkronos – tra il deputato romano e Di Maio.