Il Messaggero, 12 settembre 2016
Lorenzo contro Valentino, ci risiamo
Tre nemici campioni del mondo e un battitore libero che ha sparigliato la gara di Misano. Uno scossone ai nervi che ha risvegliato vecchie ruggini. Marquez ha incassato la vittoria di Dani Pedrosa senza proferire parola, in un silenzio passivo come quello che covava sotto il casco nel momento in cui ha subito il sorpasso di Dani. Quelli di Lorenzo e Valentino invece, altri caratteri: micce ben più veloci ad incendiare le polveri. Il palco della rituale conferenza stampa del dopo gara è diventata immediatamente un ring alla domanda rivolta a Jorge sulla eventuale eccessiva durezza del sorpasso che ha subito da Valentino al secondo giro. Jorge non si è fatto attendere: «Non ho ancora visto le immagini, ma sulla moto ho avuto la sensazione che se non mi fossi rialzato, sarei caduto. Ogni pilota ha il suo stile e Rossi a volte sorpassa in maniera molto aggressiva. Capisco che non mi volesse far scappare e che volesse rallentare il mio ritmo». Rossi non attende neppure la fine della frase e incendia la contestazione, sghignazzare in modo ironico, poi passa all’interruzione: «Queste sono le corse. Il mio sorpasso era aggressivo ma pulito, io allora cosa avrei dovuto dire di quello di Pedrosa? Queste sono le corse». A questo punto, Lorenzo ribatte infastidito facendone questione di apparente educazione: «Non c’era la necessità di un’azione di quel genere. Ogni pilota avrà anche il suo stile di guida, ma io mi sono dovuto scansare per evitare un contatto. Rossi ha 37 anni e dovrebbe avere l’educazione di far parlare la persona a cui è stata fatta la domanda. Doveva aspettare il suo turno e se gli veniva chiesta la stessa cosa dire la sua». Decimi di secondo e Valentino riprende la scena: «Non ci sto che Lorenzo dica che io sono uno che sorpassa sporco, perché non è vero. Anche lui è aggressivo quanto me e sorpassa cattivo. Poi ognuno faccia le sue considerazioni».
BATTITORE LIBEROIl campione di Tavullia riesce a malapena a mascherare con la sua ironia il nervosismo che la vittoria inattesa di Pedrosa nella sua Misano ha scatenato: «È stata una corsa durissima, era caldo e si faceva molta fatica perché abbiamo girato sui tempi delle prove per oltre 40 minuti. Dopo aver passato Lorenzo ho iniziato a spingere e quando vedevo che Marquez e Lorenzo restavano dietro e il pubblico mi incitava sentivo molto meno la fatica e cercavo di mantenere un ritmo alto. Eravamo vicini e il vantaggio era di pochi decimi al giro per questo era importante restare concentrati. Poi ad un certo punto ho visto il nome di Pedrosa in tabella che veniva su ho pensato: no, proprio oggi doveva svegliarsi Dani, non poteva aspettare la prossima settimana ad Aragon a casa sua»
IL CENTRO DEL MONDO
L’analisi della gara è impietosa: «Ho provato a resistergli ma a fine gara andava troppo forte. Lui ha utilizzato la gomma morbida ma la sua moto e il suo peso gli hanno permesso di farlo, noi non avremmo potuto usare quella gomma, ma va anche detto che a fine gara io i problemi maggiori li avevo sulla gomma posteriore non sulla anteriore e per questo facevo molta fatica. Oggi volevo vincere, ma di buono c’è che sono arrivato di nuovo avanti a un fuoriclasse come Marquez, sarà dura recuperare 43 punti ma noi continueremo a spingere». Dopo il quinto posto dello scorso anno, causato da una errata strategia di pneumatici, che di fatto ha compromesso il mondiale, Rossi considera il fattore gomme con una attenzione mai vista nella sua carriera, ammiccando perfino più del dovuto ai fornitori francesi: «Michelin abbiamo più scelta rispetto alle vecchie Bridgestone ma nelle prove è molto importante capire come va la moto e di cosa hai bisogno perché ogni pilota ha esigenze diverse dagli altri, per questo le scelte non sono mai uniformi tra i piloti in gara. Questo complica un po’ le cose ma mi piace perché premia la sensibilità dei piloti e inserisce una variabile in più». Valentino può vincere, ma aiuta avere Rossi al centro del mondo.