Libero, 12 settembre 2016
Il cancro, la chemio, i metodi tedeschi e i ministri che imbastiscono campagne
Ieri è morta un’insegnante sarda che si curava il tumore con frullati e clisteri di caffè: applicava un metodo tedesco (dottor Gerson) mai riconosciuto dalla medicina ufficiale. A inizio mese era morta una madre riminese che si curava il tumore con ricotta e decotti di ortica: applicava un altro metodo tedesco (dottor Hamer) pure non riconosciuto. Due giorni prima era morta una studentessa di Padova che si curava la leucemia con la vitamina C: applicava lo stesso metodo tedesco della seconda. Ora: a parte la nostra fiducia nei metodi tedeschi, tutte e tre rifiutavano la chemioterapia che probabilmente le avrebbe salvate. C’è poco da fare: più pericolosa del cancro c’è solo l’ignoranza, e uno stato moderno non può impedirla per legge. La Costituzione dice che le cure obbligatorie sono solo per malati pericolosi, tipo i mentali o gli infettivi. Al limite, ecco, puoi non riconoscere l’intero stipendio all’insegnante che rifiuta la chemio, o puoi togliere la podestà ai genitori che la rifiutarono alla studentessa. È accaduto, ma sono morte lo stesso. Internet ha incredibilmente peggiorato le cose, diffondendo la tentazione dell’auto-terapia e le fobie contro la casta mondiale della sanità (vedi l’incredibile faccenda dei vaccini) lasciandoci sgomenti. Una cosa però potremmo farla: esiste un ministero della Salute che dovrebbe fare opera di sensibilizzazione ripartendo dall’ abc. Invece abbiamo ministri e ministre che imbastiscono campagne in base alle proprie tigne personali.