la Repubblica, 12 settembre 2016
Uno spagnolo di troppo per Valentino
Tra vaffa e diti medi, sorpassi al limite, litigi e zuffe nell’aria, al sole romagnolo la spettacolare MotoGp si è all’improvviso incarognito che nemmeno dopo le polemiche di Sepang della scorsa stagione.
Un’atmosfera da saloon con un protagonista – Valentino, chi altri? – che interpreta contemporaneamente i ruoli del Buono, del Brutto e del Cattivo. Il Dottore ha chiuso la gara come in un film: bevendo spumante da uno stivale, acclamato dal popolo dei motori che non può fare a meno di lui, immenso talento e personalità forse ancora più grande.
Aveva passato il fine settimana a mandarsi a quel paese con uno spagnolo (Espargarò), ne ha poi stracciati due (Marquez, Lorenzo) e si è arreso ad un quarto (Pedrosa) al termine di una sfida feroce. Ha di nuovo affrontato Lorenzo in conferenza stampa, impugnando le parole come revolver. E in serata è tornato al Ranch di Tavullia, a riflettere sul secondo posto di Misano che ha un sapore agrodolce. I punti di distacco da Marc sono sempre di meno (43), però restano solo cinque gran premi: «È dura. Ma non è finita. Io non mi arrendo».
Valentino contro tutti. «Non poteva aspettare un’altra domenica per tornare a fare il fenomeno?». Rossi ce l’ha con Dani Pedrosa, che era reduce dal periodo più nero della carriera e gli ha rovinato tutto, azzeccando la corsa perfetta.
«Sono partito bene, passando Lorenzo. Marquez era lontano. Sentivo di potercela fare». Ma dopo tre-quarti di gara in testa, si è visto infilare dall’irresistibile Calimero: che per una volta ha potuto sfruttare il suo fisico da bimbo delle medie (è alto centosessanta centimetri, pesa cinquanta chilogrammi) e nel caldo infernale del circuito dedicato a Marco Simoncelli non ha stressato le gomme. «Dani mi ha superato ‘alla Marquez’. Bello deciso. Solo con me fa così. Ho provato a stargli dietro, niente». Però ha fatto mangiare la polvere ai due nemici giurati. Soprattutto a Marc, che ora lo chiamano il Ragioniere ma tornando al box Honda è apparso piuttosto seccato di un’altra giornata anonima.
Sul podio l’ovazione del Popolo Giallo (centomila spettatori quasi solo per lui), poi la rissa davanti ai microfoni. «Vale oggi era più forte e prima o poi mi avrebbe superato. Ma ha deciso di farlo in maniera aggressiva», ha attaccato Lorenzo. «Non è vero, ho fatto come fai tu: riguardati le immagini. Perché non ti lamenti anche con Marc, che di sorpassi del genere ne fa sempre?». «Rispetta le mie parole, non ridermi in faccia».
Il piccolo Pedrosa, con quel visino imberbe tra i duellanti Yamaha, si è spaventato. «È un maleducato. Ha cominciato nelle interviste di giovedì, ridendo e alzando la voce quando rispondevo alle domande», ha poi aggiunto il maiorchino. «Beviti una camomilla», gli aveva invece suggerito venerdì Aleix Espargarò, dopo il dito medio mostratogli dal pesarese. «Mi ha rallentato apposta, e poi mi ha mandato aff..», era stata la tesi di Valentino. Buono, Brutto e Cattivo.
Ieri sera al Ranch si è rivisto la gara, circondato da Uccio e dagli altri fedelissimi. «Ho guadagnato in classifica, ho messo dietro quei due: il secondo posto sarebbe stato perfetto in qualsiasi altra pista. Ma non qui, tra la mia gente». Per il mondiale non è finita. Anzi. «È difficile. Però con queste Michelin può accadere di tutto». Tra due settimane appuntamento ad Aragon. Un circuito in mezzo ad un deserto di terra rossa. Sergio Leone da quelle parti ci girava i suoi western.