Corriere della Sera, 12 settembre 2016
I 90 milioni per Higuain, un ottimo investimento
Se fosse un quadro, se fosse un diamante, se fosse una fuoriserie diremmo che non ha prezzo. Ma Higuain è solo un calciatore, e i 90 milioni spesi dalla Juve incombono sul suo nome come una tagliola moralista. Novanta milioni per un calciatore: non esiste, non è accettabile. Facilissimo cadere nella sicurezza dei luoghi comuni. Proprio per quella cifra mostruosa, Higuain è arrivato a Torino tra i dubbi e lo scetticismo: bravo è bravo, ma può valere un simile sproposito? Dubbi sugli anni (neppure 29, sai che Matusalemme), dubbi sui chili (dietologo De Laurentis). Novanta milioni sono proprio tanti, per chiunque. Ma tutto è relativo. Nella galassia del calcio, dove qualsiasi cosa è esponenziale, dove l’equivalente di un fattorino (una riserva della difesa) guadagna più di un chirurgo, 90 milioni possono diventare un buonissimo investimento. Qualcosa che sa di intelligente ed equilibrato. Bastano pochissimi minuti nelle prime partite per comprendere che Higuain, stando sempre al libro dei luoghi comuni, vale da solo il prezzo del biglietto. Un lampo dopo l’altro. Decisivo. E spettacolare. Mentre Pogba, 110 milioni, perde il derby di Manchester giocando pure male, il Pipita spazza via lo scetticismo con tocchi d’autore. Converrà riservare l’indignazione ad altri colpi di mercato, magari costati decisamente meno, ma in proporzione molto più scandalosi. Higuain è un pezzo unico, altro che follia. Tutto è relativo, anche 90 milioni.