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 2016  settembre 11 Domenica calendario

I greci processano Andreas Georgiou, colpevole di aver fatto i conti giusti

Se gli statistici pensavano che la loro fosse una professione senza rischi, ora si staranno ricredendo. Nell’era degli «uomini forti» e dei regimi poco liberali, i loro numeri, se onesti, finiscono spesso per essere considerati frutto di complotti criminali. Pare che il primo ministro britannico Benjamin Disraeli abbia un giorno detto – non è certo ma lo ha sostenuto Mark Twain – che «ci sono tre tipi di menzogne: le menzogne, le maledette menzogne e le statistiche». I governi greci ne sanno qualcosa. Quando Atene aderì all’Unione monetaria e quindi assunse l’euro come moneta, nel 2001, aveva massaggiato i conti del debito pubblico. Negli anni immediatamente successivi, l’ufficio statistico delle Ue, Eurostat, rigettò più volte la contabilità greca, mentre il Paese era impegnato nell’organizzazione dell’Olimpiade. Nel 2009, quando la crisi finanziaria gettò il Paese nel dramma, risultò evidente che il governo di Costas Karamanlis, precedente a quello appena eletto di George Papandreu, aveva truccato i conti. Nella trattativa che ne seguì con i creditori e su richiesta della Ue, Papandreu creò l’Elsat, Autorità statistica ellenica, e la affidò ad Andreas Georgiou, un funzionario con una lunga esperienza al Fondo monetario internazionale (Fmi). Georgiou calcolò che il deficit non era, come annunciato ufficialmente, al 13,6% ma al 15,4%. Bene. Qualche settimana fa, la Corte suprema greca ha confermato che Georgiou deve essere processato con l’accusa di avere danneggiato l’interesse nazionale. Il sospetto, fatto circolare già nel 2011 da gran parte del mondo politico e ora sostenuto anche da autorevoli esponenti dell’attuale governo di Syriza, è che lo statistico abbia lui truccato i conti per costringere la Grecia a sottoporsi al programma di salvataggio e alla Troika. Non importa che Georgiou sia stato nominato tre mesi dopo la firma del primo bail-out greco. L’importante, per gran parte dei politici greci, è sostenere non che i guai del Paese sono autoprodotti ma che sono il frutto di un’ingiusta cura austera imposta con un complotto Ue-Fmi-Bce.
Tutti sanno che Georgiou ha agito correttamente e la Ue lo difende. Ma dovrà andare a processo accusato da chi ha creato il disastro greco. Pahli Lehohla, capo dell’agenzia statistica del Sudafrica, in una lettera ha scritto che la vicenda ellenica ha trasformato quella degli statistici in una carriera «ad alto rischio».