11 settembre 2016
Secondo la Chiesa Roma «è in stato di abbandono» • Usa e Russia insieme contro l’Isis • Lo sfogo di Regeni sull’uomo che lo tradì: «È una miseria umana» • In Italia ci sono sempre meno laureati • Va a un film filippino il Leone d’oro di Venezia
Roma Ieri pomeriggio sull’Osservatore romano, quotidiano della Santa Sede, sono apparse poche righe dedicate al nubifragio in tutta Italia dal titolo: «Il maltempo paralizza Roma». E poi, nel breve articolo: «Nella Capitale, a riprova dello stato di abbandono in cui per certi aspetti versa la città, pochi minuti di pioggia sono bastati per provocare la caduta di numerosi alberi, danneggiando alcune automobili e mettendo a serio rischio l’incolumità dei cittadini». E ancora: «Molte strade, soprattutto nei quartieri meridionali, sono state letteralmente allagate a causa della mancata pulizia, ormai cronica, delle caditoie». Un monito che fa il paio con le parole dell’altro giorno del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano («a Roma non c’è serenità, spero che la situazione si risolva e l’amministrazione affronti i problemi dei cittadini») e che fa trapelare le preoccupazioni che ci sono Oltretevere. Nella stessa giornata c’è il forfait di Virginia Raggi all’incontro con Nunzio Galantino, segretario della Cei, per un’iniziativa con i ragazzi dell’Azione cattolica. Dal Campidoglio fanno sapere che «già nei giorni scorsi la sindaca aveva comunicato di non poter partecipare all’iniziativa, per sopraggiunti impegni personali». In realtà, pare che la disdetta sia giunta all’Azione cattolica solo a poche ore dall’incontro con Galantino. Mentre si svolgeva il forum coi ragazzi, in Sala Nervi, la Raggi era a casa, col figlio Matteo. Ieri non era al Campidoglio e, a quanto pare, non ci andrà neppure oggi (Menicucci, Cds).
Isis 1 L’accordo di sabato tra Usa e Russia per la tregua in Siria entra in vigore domani al tramonto, e dovrebbe sospendere i combattimenti in tutto il paese. Se regge per sette giorni, seguirà la creazione di una Commissione congiunta per l’implementazione, che avrà il compito di identificare e separare gli oppositori legittimi dai terroristi, in termini di gruppi, uomini e territori controllati. Questo aspetto ha in particolare lo scopo di dividere i ribelli laici e moderati da quelli islamici di al Nusra, con cui si sono fusi nell’Army of Conquest. Una volta completata questa fase, americani e russi potrebbero cominciare a condurre le prime operazioni militari congiunte dalla fine della Seconda guerra mondiale, per eliminare tanto l’Isis, quanto Nusra (Mastrolilli, Sta).
Isis 2 Secondo le stime dell’intelligence Usa, quelli che attraversano il confine con la Turchia per andare a combattere in Siria con l’Isis sono scesi da oltre 2.000 al mese a circa 50. Le cadute di Ramadi e Fallujah in Iraq, Palmyra in Siria, Sirte in Libia, hanno demolito la reputazione vincente dello Stato Islamico, minacciato ora anche nella sua «capitale» di Raqqa e a Mosul, dove entro ottobre dovrebbe scattare l’offensiva irachena-americana per riprenderla. Ciò ha frenato gli arrivi, ma poco prima di morire il portavoce dell’Isis Adnani aveva detto ai militanti: «Se vi chiudono questa porta, voi spalancate quella della jihad», ossia colpite nei paesi dove vi trovate (ibidem).
Regeni Giulio Regeni a proposito di Mohamed Abdallah, l’ex capo del sindacato autonomo dei venditori ambulanti che lo denunciò alla polizia egiziana (vedi Fior da fiore di ieri), aveva scritto sul suo computer: «È una miseria umana». Nell’autunno dello scorso anno il ricercatore friulano si era adoperato per far ottenere agli ambulanti un finanziamento da 10.000 sterline attraverso un progetto della britannica Antipode Foundation. Ma poi Abdallah aveva fatto capire di volere quei soldi per sé, almeno in parte. Allora Giulio bloccò il suo interessamento, e il 18 dicembre scrisse sul suo computer che il leader sindacale che voleva dirottare nelle proprie tasche i fondi per gli ambulanti era «una miseria umana». Il 7 gennaio arrivò la denuncia di Abdallah contro Regeni. Il sindacalista riferì alla polizia che il ricercatore friulano si muoveva in maniera ambigua, forse in favore dell’opposizione al regime egiziano. Un’insinuazione che, dopo il contrasto con Regeni, sa di vendetta. Una ritorsione che innescò i controlli della polizia investigativa penale di Giza, il quartiere del Cairo dove l’italiano fu rapito tre settimane più tardi, il 25 gennaio. Ieri Abdallah, interpellato dai giornalisti della Rai, ha negato di aver denunciato Regeni (Bianconi, Cds).
Laureati La Commissione Ue mostra che l’Italia nel 2013 ha una delle quote di abbandono universitario più alte in Europa (45%), e una delle più basse di laureati fra i 30 e i 34 anni. L’istruzione superiore è arrivata alla crescita zero. Per la prima volta dal 1945 il numero dei laureati disponibili per le imprese sta smettendo di crescere. Resta fermo ai livelli più bassi nel confronto internazionale, mentre altri Paesi a reddito alto o medio-basso hanno imboccato la direzione opposta. L’Ocse di Parigi mostra che la popolazione laureata in Francia o in Germania cresce almeno il doppio più in fretta che in Italia. In Polonia nel 2014 vivevano 5,6 milioni di diplomati delle università, come in Italia, ma il sorpasso ormai è inevitabile. In Irlanda o in Corea del Sud l’intensità dell’istruzione superiore nella società è tripla, e in aumento costante. Non è solo un fenomeno dei Paesi avanzati. La Cina nel 2014 aveva già 74 milioni di laureati e ai ritmi attuali tra non molti anni quattro cinesi su dieci usciti dai licei si iscriveranno all’università; a metà del prossimo decennio la Repubblica popolare potrebbe raggiungere una quota di laureati superiore al 13% di questo Paese. Aumenta inoltre il numero dei laureati italiani che lascia il nostro Paese. Germania, Gran Bretagna e Svizzera sono le prime destinazioni che hanno assorbito un terzo dei nostri migranti (Fubini, Cds).
Venezia 1 Il Leone d’oro di Venezia va a The Woman Who Left del filippino Lav Diaz, «che sarà difficile vedere fino alla fine, a meno di scommettere su un amore per il cinema che cancelli il valore del tempo. Io, per esempio, ho già perso. Seguire per 3 ore e 46 minuti l’instancabile peregrinare della protagonista Horacia (interpretata dall’attrice prediletta del regista, Charo Santos-Concio) è un test da cui è difficile venir fuori vincenti. Anche per chi è innamorato del grande schermo, anche per chi ha macinato ore e ore di cinematografie emergenti, anche per chi ha cercato in tutti i modi di dare un senso a opere criptiche. I conoscitori del cinema di Lav Diaz sanno che l’autore ha acquistato stringatezza. Proprio così. Non è una battuta. Un altro suo film, presentato alla Berlinale, durava nove ore» (Caprara, Sta).
Venezia 2 Gran Premio della giuria a Tom Ford per Nocturnal Animals. Le Coppe Volpi per i migliori attori a Emma Stone per La La Land e a Oscar Martinez per El ciudadano ilustre. Di Jackie, regia di Pablo Larrain, favoritissimo nei pronostici pre-Mostra, è stata premiata la sceneggiatura e ignorata la performance della protagonista Natalie Portman (ibidem).
(a cura di Roberta Mercuri)