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 2016  settembre 10 Sabato calendario

Ma a Marco Morelli chi glielo fa fare?

Sapeva Marco Morelli, allora direttore finanziario di Mps, dell’esistenza del famigerato «mandate agreement» con Nomura sul derivato Alexandria? Secondo la banca giapponese sì: il suo nome compare nell’elenco di manager e funzionari dell’istituto che, nella documentazione depositata da Nomura per la causa a Londra con Mps, avevano ricevuto copia del documento alla base dello scoppio dello «scandalo Mps». Secondo l’interessato, Mps e le procure di Siena e Milano, no. La sua posizione, nelle varie inchieste che hanno riguardato l’istituto, è stata archiviata.
Sta di fatto che Morelli, 55 anni, dal 2003 al gennaio del 2010 è stato in posizioni di assoluto rilievo in Mps. Non abbastanza per avere piena contezza di quanto accadeva dentro la banca, secondo i magistrati. Di certo, lascia la banca in rotta con la gestione Mussari.
E da allora è passato un bel po’ di tempo. Dopo Mps, Morelli passa a Intesa Sanpaolo. Ci resta poco più di due anni, conferma la sua fama di duro e passa a BofA Merrill Lynch dove diventa capo per l’Italia. Con il tempo si costruisce una solida rete di rapporti. Per nulla salottiero, è tra gli invitati al matrimonio di Marco Carrai, con la prima fila del «giglio magico» dei fedelissimi di Renzi. Partecipa alla nascita di Atlante, come consulente. Il suo nome circola con insistenza per la successione a Federico Ghizzoni al vertice di Unicredit. Lui è lusigato, accarezza l’idea ma non se ne fa nulla. Ora sembra destinato a tornare a Siena. Dovrà entrare nel più grosso pasticcio bancario otaliano e non solo, prendere un piano elaborato da altri, metterci la faccia e se tutto va bene tra tre o sei mesi, quando arriveranno i nuovi soci, farsi da parte. Il tutto per molti meno soldi di quelli che prende adesso. Oggi, al matrimonio di amici al quale è atteso, la domanda per Morelli non sarà quella iniziale ma un’altra. Chi glielo fa fare?