La Stampa, 9 settembre 2016
Paralimpiadi, espulso il bielorusso che ha sfilato sotto la bandiera russa
Si è aperta con una protesta la prima Paralimpiade sudamericana. Aveva fatto tanto rumore, a poche ore dalla conclusione dell’Olimpiade, la decisione del Tas di confermare quanto richiesto dal massimo organo paralimpico, l’Ipc, di escludere la Russia dai Giochi scattati nella notte del 7 settembre per le note faccende di doping documentate dal fascicolo curato dal professore canadese Richard McLaren. Tra le voci che si erano pronunciate sull’argomento si era levata anche quella di Oleg Shepel, presidente del Comitato paralimpico bielorusso, che aveva dichiarato che la sua delegazione avrebbe sfilato dietro anche alla bandiera russa.
Accolto da eroe in Russia
E le cose sono andate più o meno così. Andrei Fomochkin, accreditato ai Giochi come ospite in quanto ex atleta sovietico e quindi vicino alla causa dei colleghi esclusi, ha chiuso la delegazione bielorussa sfoggiando il drappo incriminato. L’Ipc non è stato a guardare e, al termine della Cerimonia, se l’è fatto consegnare, assieme all’accredito. «Tutti i Paesi conoscono le regole. Abbiamo identificato l’autore del gesto e l’abbiamo punito, ammonendo anche il Comitato bielorusso – ha dichiarato Craig Spence, responsabile della comunicazione dell’Ipc -. Quello che è successo, comunque, non influenza la nostra posizione sulla Russia. Noi la rivogliamo nel movimento, per quello che ha fatto nella storia, ma deve rimettersi in riga. Le prove presentate dal professor McLaren ed ulteriori investigazioni non ci garantivano il regolare svolgimento dei Giochi». Intanto, oltre ad essere difeso dalle massime cariche del proprio paese, Fomochkin è stato celebrato da eroe in Russia, come traspare dalle parole rilasciate all’agenzia Interfax da Maria Zakharova, portavoce del Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov: «Ha mostrato la sua solidarietà per persone trattate in maniera disumana e private della possibilità di partecipare alla Paralimpiade».