La Stampa, 9 settembre 2016
A casa Pertini. L’abitazione-museo del Presidente più amato dagli italiani è stata restaurata
Quando i lavori sono iniziati era pressoché un rudere «e la gente che veniva in visita diceva se non ci vergognavamo», spiega la gente di Stella San Giovanni, 860 abitanti a una decina di minuti di auto dal casello di Albisola. Dopo i 150 giorni di lavoro la casa di Sandro Pertini è un gioiellino. La facciata cadeva a pezzi, i pezzi di intonaco precipitavano sulla testa dei visitatori: ora è stata recuperata. Il muro laterale che dà sulla strada perdeva le lastre di ardesia: ora sono tutte al loro posto, in un restyling seguito passo passo dalla soprintendenza. Il museo al primo piano, che raccoglie tutte le memorie del Presidente più amato dagli italiani, è stato risistemato. Le foto, gli articoli di giornale, il suo letto, i libri scampati dal fuoco, perché i nazisti li usavano per alimentare il caminetto. La collezione di pipe.
Cinque mesi di cantiere, ieri mattina la consegna dei lavori. Così è tutto pronto per la visita del presidente Mattarella: sarà a Stella la mattina di domenica 25 settembre per i 120 anni dalla nascita di Pertini. Alle 10.15 la visita al cimitero e alla casa. Alle 11.30 alla fortezza del Priamar di Savona per la commemorazione ufficiale. Intorno a questo evento tutta una settimana intera di eventi. Spuntano le lettere inedite degli anni dell’esilio e della vita privata. «Attraverso questi materiali di famiglia – spiega Sandra Isetta, docente di letteratura cristiana all’Università, figlia dell’avvocato Gerolamo, noto esponente del socialismo savonese e amico fraterno di Pertini – raccontiamo un Presidente meno conosciuto, più intimo, più riflessivo».
Anche poeta, e di questo davvero si sapeva pochissimo. Un breve componimento, anche questo inedito, si intitola Cherie la rossa. Risale all’inizio degli Anni Venti e racconta, attraverso l’artificio di raccontare una prostituta, l’Italia che sprofonda verso il Fascismo, con «il ghigno di colei che tutto ha dato e più non ha per sé fuor che l’abisso». Sarà letto nella sera del 24, al Teatro della Corte di Genova, davanti al presidente del Senato Piero Grasso in visita privata. Ci saranno anche i calciatori del Mondiale 1982, quello del Pertini esultante sugli spalti: c’è l’ok di Dossena e Collovati, altri sono attesi.
È un’apparente contraddizione: dopo anni di appelli al centrosinistra, alla fine è stata una giunta di centrodestra, quella di Giovanni Toti, a raccogliere l’appello per ristrutturare la casa di Pertini abbandonata da anni all’incuria. «È stato uno dei primi impegni che ci siamo presi all’inizio del mandato – spiega il governatore – e l’abbiamo rispettato, dimostrando che il centrodestra non è un’orda di gente incolta che non rispetta storia, cultura e passato». Spiega le motivazioni: «Pertini è stato un innovatore, simbolo di una politica che non deve aver paura di rinnovarsi. È stato un populista, termine che oggi viene usato da qualcuno come fosse una parolaccia, ma vuol dire che non bisogna aver paura di ascoltare i bisogni veri della gente. Ha nominato il primo presidente del Consiglio laico e il primo socialista (Spadolini e Craxi, ndr), il primo senatore a vita donna (Camilla Ravera). Ma soprattutto, come Padre costituente, rappresenta quell’Italia che si è scontrata duramente, anche con violenza, ma alla fine ha saputo trovare un punto di incontro. Sapendo ascoltare le ragioni di tutti, nessuno escluso, donandoci un Paese libero, pur tra mille problemi».
Per ristrutturare la casa di Pertini e per le manifestazioni la Regione ha impegnato 150 mila euro e c’è voluta una legge apposita: «Cercheremo di raccontare – spiega l’assessore Ilaria Cavo – nella maniera più nuova e meno conosciuta, meno risaputa, un gigante della storia della nostra Liguria».