Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  settembre 09 Venerdì calendario

Salta un altro assessore della giunta romana e il mini direttorio si scioglie • Espulso l’imam che rifiutò di giurare sulla Costituzione italiana • Arrestate in Francia tre jihadiste che «progettavano attacchi» • 110 turisti bloccati in funivia sul Monte Bianco • Mattarella apre al pubblico la tenuta di Castelporziano


Raggi 1 Salta un altro assessore della giunta romana: è Raffaele De Dominicis, ex procuratore della Corte dei Conti, che Virginia Raggi aveva scelto mercoledì sera al posto del dimissionario Marcello Minenna, assessore al Bilancio. Alle cinque del giorno successivo, con un post su Facebook, la sindaca ha fatto dietro front: «Non ha i requisiti del M5s». Si è scoperto infatti che anche lui - come l’assessora Paola Muraro - è indagato (per abuso d’ufficio). De Dominicis si difende dichiarandosi «vittima di un complotto» (Feltri, Sta; Vitale, Rep).

Raggi 2 Sempre ieri hanno mollato i quattro del direttorio locale costituito per affiancare Raggi, o tenerla d’occhio: Fabio Massimo Castaldo, Gianluca Perilli e la coppia di fidanzati Stefano Vignaroli e Paola Taverna (ibidem).

Espulso Il marocchino Fagrouk Hmidane, 31 anni, in Italia dal 1998, imam «supplente» del Centro culturale islamico di via Pisa a Trieste, mercoledì scorso è stato espulso dall’Italia per il suo stile di vita integralista e perché aveva rifiutato di giurare sulla Costituzione italiana. «La nostra legislazione sarebbe portatrice di valori inaccettabili per un musulmano vero: un “insieme di peccati su peccati” come, per esempio, la parità di diritti tra uomo e donna», ha spiegato Alfano. Hmidane aveva raggiunto il padre in Italia a 15 anni, si era diplomato all’Istituto tecnico con 72 nel 2003 e nello stesso anno aveva iniziato a lavorare da elettricista per la Tecno Elettra, una piccola ditta che lo aveva assunto come operaio. «Persona seria e onesta, nessun problema in fabbrica — dice Remo, uno dei tre titolari — Negli ultimi tre, quattro anni si è progressivamente isolato dai colleghi seguendo sempre più alcune regole della sua religione. Si è fatto crescere la barba, non mangiava a pranzo con i colleghi, non faceva cene aziendali». Nel frattempo Hmidane si era sposato con una connazionale che gli ha dato tre figlie. Nel 2013, dopo dieci di lavoro, la scelta di chiedere la cittadinanza italiana. Ma lo scorso anno, di fronte al nulla osta del Vicinale, il giorno del giuramento non si è presentato. Il comportamento ha insospettito la polizia che ha preso a indagare sul suo conto. E dopo otto mesi di approfondimenti ha concluso che Hmidane si era radicalizzato: obbligo per la moglie del niqab, invito ai fedeli a imitarlo nel rifiuto della cittadinanza e al rispetto ortodosso del Corano. Ma nessun crimine, nessun proclama terroristico, nessun sermone jihadista per lo Stato Islamico. «No, ha però dimostrato di essere ostile alle nostre tradizioni, alle nostre regole», semplifica il questore Tommaso Cacciapaglia (Pasqualetto, Cds).

Jihadiste Tre donne sospettate di aver voluto organizzare un attentato vicino alla cattedrale di Notre- Dame sono state arrestate ieri sera. L’operazione della polizia si è svolta a Boussy, nel Nord della regione parigina. Durante il blitz, una ragazza è stata ferita dai poliziotti dopo che ha pugnalato un agente della Dgsi, l’agenzia dei servizi segreti. Gli investigatori erano alla ricerca della figlia del proprietario della Peugeot 607 abbandonata vicino alla cattedrale nella notte di sabato con dentro sei bombole a gas, cinque piene e una vuota. Ines, 19 anni, aveva preso la macchina del padre nel weekend e non era più tornata da allora. È stata arrestata ieri sera vicino alla stazione ferroviaria di Boussy insieme alle altre due fermate, due sorelle 23 e 39 anni. Aveva già tentato di partire per la Siria, senza riuscirci. È lei che ha aggredito l’agente. «L’operazione ha permesso di evitare un nuovo dramma in Francia» ha commentato Bernard Cazeneuve. Le tre donne erano «radicalizzate e verosimilmente pronte ad azioni violente ed imminenti» ha sottolineato il ministro dell’Interno, aggiungendo che l’indagine partita domenica, con il ritrovamento della macchina, è stata una «corsa contro il tempo». Oltre alle bombole a gas, nel veicolo lasciato a pochi passi da Notre-Dame non c’erano detonatori. La macchina aveva i lampeggianti accesi e la targa era stata ritirata. Dettagli contraddittori, che suggeriscono un progetto amatoriale o da completare con altri complici che avrebbero dovuto entrare in azione (Minori, Rep).

Funivia Ieri pomeriggio centodieci turisti sono rimasti bloccati in funivia a 3.800 metri sul versante francese del Monte Bianco. I soccorsi sono arrivati in fretta, gli elicotteri alle otto di sera avevano già calato a terra le prime 65 persone e sembrava che prima che scendesse la notte fonda anche gli altri escursionisti rimasti bloccati sulla cabinovia panoramica sarebbero stati portati in salvo. Invece la nebbia che si è alzata ha interrotto ogni operazione di recupero e 45 turisti — principalmente italiani, francesi e statunitensi — si sono preparati a passare la notte in una cabina appesa nel vuoto, a quota 3.800 metri. I soccorritori sono riusciti a distribuire kit con acqua e viveri e coperte termiche (la temperatura è di poco sopra lo zero) e si augurano stamattina l’umidità si allontani per portare a termine il salvataggio. L’incidente, che ha tenuto impegnate squadre di soccorso francesi coadiuvate da una decina di esperti italiani, è avvenuto nel pomeriggio, intorno alle 16.30. Forse per un colpo di vento due cavi della cabinovia che collega l’Aiguille du Midi in Francia a 3.778 metri di quota e Punta Helbronner al confine con l’Italia a 3.466 — 5 chilometri di lunghezza — si sono accavallati e il guasto ha fatto bloccare il sistema di sicurezza dell’impianto che, inaugurato nel 1956, è stato completamente ristrutturato un paio di anni fa. Dunque tutti gli «ovetti» rossi della Télecabine de la Vallée blanche — che viaggiano in convogli di tre e che portano ognuno quattro persone — si sono immediatamente fermati e non sono più potuti ripartire. Secondo i tecnici che hanno subito cercato di trovare il guasto, non ci sarebbe alcun pericolo per i passeggeri visto che i cavi sembrano in buone condizioni e non rischierebbero di sfilacciarsi. Dunque il problema dovrebbe limitarsi alla lunga attesa (Cravero, Rep).

Castelporziano 1 Sergio Mattarella ha deciso di aprire al pubblico la tenuta presidenziale di Castelporziano, seimila ettari sul litorale romano di storia e natura: daini, cavalli, tartarughe palustri, dune, querce secolari, il castello dei Savoia, i resti delle ville dei nobili romani, che qui trascorrevano i loro “ozi”, ecc. In piccoli gruppi, con visite guidate, questo regno di biodiversità unico in tutto il Mediterraneo sarà dal prossimo 20 settembre accessibile a tutti. Percorsi in “punta di piedi”, come li hanno definiti ieri gli esperti della commissione tecnico-scientifica (archeologi, botanici, zoologi, biologi) che hanno studiato nel dettaglio gli itinerari per non “turbare” il particolarissimo ecosistema della tenuta, così preservato proprio per il suo secolare isolamento. Mille specie vegetali, tremila specie di animali tra vertebrati e invertebrati, un centro ormai famoso di “inanellamento” di uccelli rari che qui passano nelle loro migrazioni (De Luca, Rep).

Castelporziano 2 Dopo l’Unità d’Italia, Castelporziano fu acquistata da Quintino Sella e diventò nel 1872 la riserva di caccia dei Savoia, i cui ritratti si trovano tuttora nel castello, disseminato di animali impagliati (ibidem).

(a cura di Roberta Mercuri)