Corriere della Sera - Roma, 9 settembre 2016
Sgozza il padre nel sonno e poi confessa: «Sono posseduto»
«All’improvviso non ho capito più niente. Ero posseduto e ho colpito mio padre non so quante volte». Maurizio Bavaresco lo racconta ai poliziotti che lui stesso ha avvicinato a un posto di blocco in via Crescenzio. «Ho accoltellato il mio papà, ho fatto una grossa stupidaggine. Non so se è morto, aiutatemi vi prego...». Poche parole, poi il silenzio. In un lampo gli agenti si sono precipitati a casa del giovane – 32 anni, istruttore di body building, ma anche attore fino almeno fino al 2008 – in via Vitelleschi 11, a due passi da San Pietro, e hanno scoperto il cadavere del padre, Dario, 66 anni, tassista vicino alla pensione. Era disteso sul letto, vestito, a pancia sotto. Il figlio lo ha probabilmente sgozzato nel sonno dopo averlo colpito con più di dieci coltellate.
Poi, come rinsavito dal raptus omicida, ha preso bende e cerotti dal bagno tentando un’improbabile medicazione per fermare il sangue. Alla fine, in preda al terrore, è corso fuori dall’appartamento al quinto piano che si affaccia su Porta Angelica. Ha vagabondato per qualche centinaio di metri fino a quando si è imbattuto nella volante. Erano le 16.45 di ieri quando i poliziotti hanno stretto le manette ai polsi del ragazzo, poi portato negli uffici del commissariato Borgo e in tarda serata a Regina Coeli con l’accusa di omicidio volontario. Recuperato il coltello a serramanico usato per assassinare il tassista. Sotto choc la moglie della vittima – e madre dell’attore – che si trovava fuori casa e che è stata ascoltata dagli investigatori. «Un ragazzo che non sembrava normale, si vedeva che aveva qualche problema – raccontano Raza e Kamal, due commercianti bengalesi titolari dell’emporio sotto il palazzo -. Girava da solo per il quartieri, poi veniva qui e si comprava un gelato. Spesso rideva senza un motivo, a volte lo vedevamo con il padre e la madre. Un tipo strano, ma non aveva mai fatto niente di male». Appassionato di vari sport, con un fisico robusto frutto di anni di fitness, nel 2002 Maurizio ha frequentato un corso di recitazione con la Filmart ed è stato poi lanciato nel mondo del cinema. Il ruolo più significativo è stato l’infermiere in «Grande, grosso e verdone» del 2007 di Carlo Verdone. Ma è stato anche protagonista di un episodio in «L’altra scuola» (2008) e nella fiction tv «Provaci ancora prof 3». Non è chiaro se prima di uccidere il padre, Maurizio abbia litigato con lui.
Di sicuro – secondo la polizia – il trentenne stava per iniziare un ciclo di cure da uno psicologo. Non si esclude che questo possa essere stato il movente scatenante dell’aggressione. Nel palazzo di via Vitelleschi è intervenuto anche il pm Maria Cristina Palaia che ha svolto un sopralluogo con la polizia. E ha poi interrogato l’attore in commissariato. Quando è stato portato via da casa Maurizio non era solo: gli agenti hanno anche preso in consegna il suo cagnolino.