Libero, 8 settembre 2016
Elogio di Di Francesco jr, figlio di papà senza raccomandazione
Nonno Arnaldo avrà sicuramente sorriso vedendo Federico, il nipote, esultare con pacata felicità dopo quel gol di tacco, ritratto fedele del colpo che rese famoso Hernan Crespo. Poco prima il terzino Conti sfrecciava sulla fascia per l’ennesima volta contro Andorra -ruvida rivale dell’Italia Under 21 nel girone di qualificazione ai prossimi Europei – mentre Federico Di Francesco tagliava da sinistra verso il cuore dell’area, pronto a rispondere presente all’appuntamento con il destino. Il pallone del compagno arriva, rasoterra, perfetto per un colpo di tacco che definisce un passaggio di consegne in famiglia. L’avrà pensato anche nonno Arnaldo: tale padre, Eusebio, tale figlio, Federico che con quel gol non solo sigla la personale doppietta (del 3-0 finale) all’esordio da titolare, ma in un attimo si scrolla dalle spalle il peso di quel cognome.
Avrà sorriso nonno Arnaldo come pure papà Eusebio, che solo per seguire il figlio stacca la spina dal suo Sassuolo. Nonno Di Francesco è un tifoso speciale di Federico perché tifoso del Bologna, squadra mai sposata dal figlio. «Mi ha detto: “ho sempre sperato che Eusebio giocasse o allenasse a Bologna, ma ora ci sei tu e per me è un grande orgoglio”», ha confidato Federico il giorno della presentazione, dichiarando anche che sarà «questo il primo vero anno in A», nonostante non sia effettivamente così.
Era il 2013 quando Di Francesco junior fu buttato nella mischia della massima serie: 23 marzo, 3’ soltanto con la maglia del Pescara in casa del Parma, quel giorno vittorioso 3-0. L’abisso colse il Delfino all’ultimo posto della A quell’anno, così le ultime giornate furono l’occasione giusta per dare spazio ai vari giovani, tra cui Federico che concluse la stagione con 7 presenze, di cui 5 da titolare. Non abbastanza per quel nome che conta, nel padre Eusebio, 252 partite in A e uno Scudetto con la Roma. Così il destino di Di Francesco piega verso il basso, proprio fino a Parma, ma nella Primavera. Da lì un lento girovagare nell’anonimato: Gubbio, poi di nuovo Pescara e Cremonese. Ma il cartellino è sempre del Parma, fino al fallimento della società, che di fatto rende Federico l’unico artefice del proprio futuro. Con il destino in mano, il classe ’94 bussa alla porta della Virtus Lanciano, che lo accoglie e lo valorizza. Il ponte verso il ritorno in A con il Bologna di Donadoni è nelle cifre messe a referto in B: 36 partite, 8 reti e 5 assist. Numeri che lo hanno consacrato tra i primi della classe in cadetteria.
Le caratteristiche di Federico sono una proiezione contemporanea di quelle del padre. Ala destra di piede destro, eppure Di Biagio nell’Under 21 lo schiera al contrario, a sinistra, e gli chiede di tagliare verso il centro per ricevere i cross del terzino opposto. Così accade contro Andorra e così spera succeda Donadoni nel Bologna, dove Di Francesco ha esordito nella nefasta trasferta a Torino. Ma in futuro chissà, perché se sei giovane e italiano è probabile che il tuo nome circoli dalle parti di Sassuolo. Là dove Di Francesco padre è già pronto ad accogliere in squadra il figlio, magari aspettandolo dopo l’allenamento per una cena insieme, dove sarebbe lecito immaginarsi in campo nella stessa epoca a sfrecciare sulle fasce, uno a destra e l’altro a sinistra.