Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  settembre 08 Giovedì calendario

Catalogo dei bravi ragazzi che stanno affondando la Raggi

«Bravi ragazzi», li apostrofa benevolmente l’assessore al Commercio Adriano Meloni. Sicuramente ragazzi svegli. Raffaele Marra e Salvatore Romeo perdono e vincono allo stesso tempo. Il vicecapo di gabinetto di Virginia Raggi e il capo delle segreteria della sindaca restano per 24 ore appesi a un filo e poi, alla fine, cadono in piedi.
Dovevano essere rimossi, addirittura «licenziati» dal Campidoglio, fosse stato per Beppe Grillo. E invece, insieme a Paola Muraro e Raffaele De Dominicis, gli assessori sui quali il direttorio ha ingaggiato (e perso) un braccio di ferro con la sindaca, restano tutti al loro posto. O quasi.
L’unico a cambiare ufficio (da palazzo Senatorio a via dei Cerchi, 500 metri più in là, sede del dipartimento al Commercio) è Marra. C’ha messo due mesi la sindaca per spostare dal suo gabinetto questo dirigente capitolino di 44 anni che ha quasi mandato in frantumi l’M5S. «Sono lo spermatozoo che ha fecondato l’ovulo del Movimento», aveva detto di sé a luglio. Già allora il suo nome aveva creato pesanti resistenze nei vertici 5 Stelle. Grillo era dovuto piombare sul Campidoglio (prima e unica visita, finora, per il “garante” del M5s) per sincerarsi che la sindaca lo allontanasse. Colpa del suo passato con Gianni Alemanno in Comune, con Renata Polverini alla Regione Lazio e, prima, con Franco Panzironi all’Unire. «Il direttorio mi ha passato a i raggi x – ha raccontato agli amici – ha chiesto informazioni su di me a procura e Corte dei conti, hanno messo in discussione finanche il mio concorso da dirigente. E non hanno trovato nulla».
Due mesi di resistenze ma, alla fine, ha dovuto accettare lo spostamento. Non senza qualche resistenza: ha detto no al dipartimento che si occupa di Fondi europei. Finirà, invece, alla guida del dipartimento al Commercio, sotto l’assessore Meloni, molto vicino alla Casaleggio, che lo potrà “controllare” da vicino. In quel ruolo, Marra si occuperà di questioni delicatissime, dai bandi per la cartellonistica in città a quello per i camion bar, settori che muovono interessi importanti nella capitale. Marra, dunque, si allontana dal gabinetto della Raggi ma, se possibile, acquista maggiore potere. «Se mi spostano devono darmi comunque un ruolo equiparato alla mia carica di dirigente», ha sempre detto.
Chi perderà qualcosa, almeno in termini di stipendio, è Romeo che, da esperto skipper, ha resistito alla grande in mezzo alla bufera. Il funzionario capitolino che si occupava di scandagliare i bilanci delle società partecipate resterà capo della segreteria della sindaca, con un sostanzioso ritocco del suo stipendio. «Lui è uno del M5S, lo ha difeso la Raggi davanti al direttorio e a Grillo. «Allora dovrebbe sentirsi onorato di lavorare con noi, senza arricchirsi», è stata la risposta. Sicuramente non guadagnerà più quegli oltre 100mila euro previsti nella sua delibera di nomina. Non tornerà, però, nemmeno ai 40 mila che incassava da funzionario ma dovrebbe fermarsi sotto i 60 mila euro, uno stipendio considerato congruo per le ore di lavoro e i dossier di cui si dovrà occupare.
Muraro e De Dominicis, invece, le altre due spine della sindaca, restano in giunta. La prima sempre in bilico, pronta a gettare la spugna se, presto, le arrivasse l’avviso di garanzia per l’inchiesta già aperta su di lei dalla procura di Roma. Per ora la Raggi la blinda ma procede comunque alla ricerca di un sostituto all’Ambiente. E resta saldo anche il secondo, magistrato della Corte dei conti in pensione. Il contatto per entrare in giunta gli è arrivato attraverso «un amico in comune con la Raggi», ha confessato, l’avvocato Pieremilio Sammarco. In quello studio la sindaca ha fatto il suo praticantato legale a su quel network (afferibile alla destra romana) il direttorio avrebbe voluto far piazza pulita. E invece De Dominicis rimane. Anche su questo, almeno per ora, ha vinto Virginia.