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 2016  settembre 08 Giovedì calendario

Farfalle nello stomaco, ansia in gola, niente appetito. Coraggio, è solo un derby

Le farfalle nello stomaco, la gola prigioniera dell’ansia, l’appetito scomparso e quel pensiero martellante. Ci si sveglia così una certa mattina, e Cupido non c’entra: coraggio, è solo il derby. Il fremito dell’anima, quando stai per affrontare i rivali di tutti i giorni della tua vita, è uguale in ogni anfratto del mondo e nessuno può farci niente. Non sai neppure perché li detesti così, gli “altri”. È solo che quel demone ce l’hai dentro da quando sei nato, te l’ha trasmesso la famiglia, la tua cultura, la tua origine. Chissà che tumulti del cuore a Glasgow, questo sabato, quando nel sacro recinto del Celtic Park, dopo quattro anni, tornerà in campionato il derby più antico del mondo, l’Old Firm, Celtic contro Rangers. Il primo il 28 maggio 1888, e da allora 401 incroci, partendo da divisioni ideologiche pesanti: i lealisti e protestanti dei Rangers, che espongono l’Union Jack, contro i cattolici e repubblicani del Celtic, sempre con la bandiera dell’Irlanda. Per decenni i Rangers a non hanno ingaggiato giocatori cattolici, e al Celtic si regolavano di conseguenza coi protestanti, poi le cose sono cambiate.
Ciò che non cambia a Buenos Aires è l’odio tra Boca Juniors e River Plate, dal 1913 nemici nel Superclasico, che secondo gli inglesi, quando si gioca alla “Bombonera” del Boca è «l’esperienza sportiva più intensa del mondo». I Millonarios del River, anzi le Galline; gli Xeneizes del Boca, anzi i “bosteros”, amanti dello sterco di cavallo. Passione, insulti, fuoco, lo stadio che trema, un record da Guinness nel 2014 (40mila bandiere sventolarono per cinque minuti) e anche violenza, in campo e fuori. Uno degli ultimi è finito con Tevez preso a testate e cinque espulsi, mentre nel 2015 quelli del Boca lanciarono contro i giocatori del River un “mostacero”, una mistura di acido, salsa piccante e pepe di Cajenna, partita sospesa e data persa al Boca. Nel 1968, in un derby al Monumental, il bilancio più orribile: 71 morti. Ferimenti e morte si sono visti anche nel derby che sarebbe il più sentito d’Argentina e di sicuro è il più antico (primo scontro nel 1905), Rosario Central-Newell’s a Rosario, la città di Messi e Che Guevara sul limitare della Pampa gringa, con la terra più fertile del paese. Città aperta in due: o si è “canaglie” del Rosario o “lebbrosi” del Newell’s.
Il derby più antico del Sudamerica e il più giocato del mondo è in Uruguay, a Montevideo: Nacional e Penarol si sono affrontate 526 volte dal 15 luglio 1900, e già nel 1908 c’era chi le definiva «irriconciliabili nemiche di tutte le epoche». A Rio de Janeiro ecco il“Fla-Flu”, Flamengo e Fluminense si sbattono addosso dal 1912, 404 sfide finora. Per un Fla-Flu del 1963 ci fu la più grande affluenza di tutti i tempi per un derby: 194603 spettatori al Maracanà. Per il giornalista Mario Filho “il Fla-Flu non ha avuto inizio, né avrà fine: è nato 40 minuti prima del nulla eterno”, mentre per Nelson Rodrigues “è come la storia dei fratelli Karamazov”, stessa famiglia ma non si volevano bene. In Europa il “derbi” di Madrid c’è dal 1906 ed è il più sbilanciato negli equilibri psicologici, perché l’Atletico è condannato a cent’anni e più di inferiorità col Real, e le ultime finali di Champions confermano. C’è il derby “Intercontinentale” di Istanbul, il Fenerbahce della zona asiatica contro il Galatasaray attaccato all’Europa. In un incrocio del 2011, la tifoseria del Gala raggiunse i 137 decibel con le urla, record mondiale per uno stadio. In Inghilterra il più sentito e violento è quello londinese tra West Ham e Millwall, divise da 4 miglia e dal Tamigi, ma anche gli scontri tra Tottenham, Arsenal e Chelsea fanno vibrare. Botte da orbi a Belgrado per il “veciti derbi”, derby eterno tra Partizan e Stella Rossa, anzi più gentilmente “becchini” contro “zingari”. O ad Atene, nel “derby degli eterni nemici” o “madre di tutte le battaglie”, Olympiacos- Panathinaikos, dove ci scappò il morto persino a margine di una partita di volley femminile delle due polisportive, nel 2007. Passione e violenza. Come nel derby d’Africa per eccellenza, anche se è quello del Cairo: Al Ahly contro Zamalek va avanti dal 1917, aquile contro arcieri, ma ormai la situazione è fuori controllo e si deve giocare in campo neutro, e con arbitri stranieri. Come accade a Teheran per il derby più sentito d’Asia, Esteghlal-Persepoli, blu contro rossi. Allo stadio sono andati anche in 130mila, una volta. Ma è uno spettacolo per soli uomini: lì si applica la legge islamica. Aggirata però da donne che si travestono da maschi, rischiando condanne pesanti: per un derby, questo e altro.