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 2016  settembre 08 Giovedì calendario

Per i Btp la festa continua

Quale che sia la prossima mossa della Bce (taglio ai tassi o un Qe più lungo, esteso e con meno vincoli) e non importa quando (oggi, ottobre o dicembre) per i BTp la “festa” continua. Attesi rendimenti record e il Buono a 50 anni. Le aspettative sull’andamento dell’inflazione restano lontane dall’obiettivo della Bce, da quel “al di sotto ma vicino al 2%” e solo per questo i BTp non hanno proprio nulla da festeggiare, perchè senza inflazione il debito non cala o è molto più difficile che ci riesca. La crescita che non decolla, ma anzi stenta, e le incognite irrisolte di Brexit – nonostante la calma surreale post-voto- sono altri due problemi di cui i BTp farebbero molto volentieri a meno perchè un solido sviluppo economico è imprescindibile dalla sostenibilità dei conti pubblici e perchè l’uscita del Regno Unito dalla Ue indebolisce il progetto dell’euro: ma ci sono anche queste due motivazioni dietro la necessità di una politica monetaria molto accomodante e un eventuale, ennesimo potenziamento del programma di acquisto di bond e titoli di Stato da parte della Bce.
Quale che sia la prossima mossa della Bce e con quale tempistica dovesse essere adottata, se oggi, il prossimo mese o a dicembre – queste le date tenute d’occhio da traders e strategists –, per i BTp i giorni di festa si allungano perchè lo scenario prevalente in prospettiva è quello di rendimenti al ribasso e riduzione dello spread sui Bund. Se la conferenza stampa di Mario Draghi questo pomeriggio dovesse essere deludente al punto da far calare i prezzi dei bond, ebbene, “sarebbe un’opportunità per acquistare a livelli più bassi”. I BTp a 10 anni ieri rendevano solo qualche punto base sopra l’1% (1,079%) e in vista di un QE più pesante potranno sforare al ribasso la soglia dell’1% come hanno già fatto i Bonos spagnoli. Per i BTp a 30 anni, che ora vengono scambiati al 2, 099%, la tentazione di scendere sotto il 2% è grande. Proprio sulla parte più lunga della curva, infatti, c’è grande agitazione perchè la caccia all’alto rendimento spinge la domanda sulle scadenze extra-lunghe: la Bce, tra le innumerevoli opzioni che potrebbe avere sul tavolo, non è escluso abbia anche quella di rimuovere il vincolo sugli acquisti di titoli di Stato con vita residua tra 2 e 30 anni. Oltre i 30 anni c’è poco o nulla in circolazione ma è proprio questo il punto: gli Stati altamente indebitati vanno aiutati, incoraggiati ad allungare la vita media del debito pubblico. Stando agli addetti ai lavori, le emissioni a medio-lungo termine del Tesoro italiano finora quest’anno chiuse a un costo di raccolta medio dello 0,93%(un record) hanno registrato una vita media di 9,5 anni, il valore più lungo in assoluto, contro gli 8,5 anni del 2015. Se un BTp a 50 anni deve vedere la luce, il mercato è convinto che debba farlo questo mese. “Il BTp a 50 anni, è importante che sia un successo, il timing è favorevole ora – afferma Elia Lattuga, strategist di Unicredit –.In settembre il calendario delle aste presenta ampi spazi vuoti di offerta (Spagna, Italia e Francia emettono nelle stesse settimane alternate), le aspettative puntano al calo dei rendimenti, la liquidità netta (tra aste, rimborsi, cedole e acquisti Bce ndr.) è negativa di 50 miliardi entro fine anno, la domanda c’è”. La Spagna ha emesso Bonos a 50 anni attorno al 3,50%, con una performance stellare (126 ora il prezzo): l’Italia può risparmiare fino al l’1%.
I BTp avrebbero decisamente da festeggiare se la Bce decidesse di rimuovere la capital key che assegna la fetta più grande degli acquisti del QE ai Bund: i titoli tedeschi tra 6 mesi a 7 anni rendono sotto il tasso delle deposit facilities e non sono acquistabili dalla Bce. Una distorsione nella distorsione. Chissà se per una volta il diavolo non sarà nel dettaglio: qualsiasi mossa anche a sorpresa della Bce ma per più inflazione e più crescita, sarà motivo di festa per i BTp.