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 2016  settembre 08 Giovedì calendario

Il video della Raggi che ha fatto infuriare i 5 Stelle • A Calais un muro inglese anti-migranti • Le misteriose incisioni sul corpo di Giulio Regeni • A Chicago dall’inizio dell’anno ci sono stati 500 omicidi • Le api hanno troppi nemici: crolla in Italia la raccolta di miele

 

Raggi 1 Ieri Virginia Raggi ha postato un videomessaggio di un minuto e 39 secondi il cui testo era diverso da quello concordato al telefono con Beppe Grillo. Il quale aveva detto alla sindaca di parlare ai cittadini, di riprendere contatto con la città, ricordandole che certi personaggi estranei al Movimento sono dannosi. Il caso di Raffaele Marra, arrivato dal passato di Alemanno e Polverini, doveva essere «pubblicamente risolto» proprio nel videomessaggio. Invece, niente: Raggi esordisce dicendo «facciamo chiarezza» ma parla solo dell’assessora indagata Muraro (che secondo i pm era «in affari» con il ras dei rifiuti romani Manlio Cerroni) con l’arringa ormai nota «vogliamo leggere prima le carte». Per Marra neanche una parola. In quanto a Muraro, la stessa Raggi era stata chiara con Grillo dicendogli che bisognava «tenere la linea» perché cacciarla adesso «significherebbe smentirci. Vediamo le carte e poi decidiamo». E anche questo passaggio del messaggio era stato concordato con il capo. Ma il silenzio su Marra nel Movimento non se l’aspetta nessuno. Così, dopo la pubblicazione del video, si sono arrabbiati tutti. Tanto che dopo un po’ il blog pubblica un post scriptum: «L’attuale vicecapo di gabinetto Raffaele Marra sarà ricollocato in altra posizione». La Raggi riceve varie telefonate, anche da Grillo, poi pure sul profilo appare che «Marra sarà ricollocato». Del resto Raggi aveva già detto quello che voleva dire: la conferma in squadra di Muraro «per senso di responsabilità nei confronti dei cittadini», la promessa «nel caso ravvisassimo profili di illiceità» di «non fare sconti». Ma, di fatto, questa «riorganizzazione della macchina amministrativa» fin qui pare poca cosa: un taglio al maxistipendio di Salvatore Romeo, l’alemanniano Marra trasferito di qualche stanza in Campidoglio, Muraro e De Dominicis al loro posto (Capponi e Arzilli, Cds).

Raggi 2 In serata, l’ira di Grillo non trapela: in comizio a Nettuno, dice che «Raggi sta reggendo psicologicamente benissimo in questa situazione impossibile. Andrà avanti». Però a Roma «vigileremo che il programma del Movimento sarà espresso» (ibidem). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Muro 1 Londra ha annunciato che entro fine mese cominceranno i lavori per costruire a Calais, in Francia, un muro per fermare la fuga dei migranti verso la Gran Bretagna. La barriera, lunga un chilometro e alta 4 metri, già ribattezzata la «Grande muraglia di Calais», costerà 2,7 milioni di sterline, sarà finanziata con soldi britannici e dovrebbe essere finita entro l’anno. «Abbiamo già fatto il recinto, adesso costruiamo il muro», ha detto il sottosegretario all’immigrazione, Robert Goodwill. Il muro si dipanerà lungo l’autostrada che passa vicino alla «Giungla», il campo migranti di Calais, e arriva fino al porto. La superficie liscia dovrebbe rendere più difficile arrampicarsi. Londra le sta provando tutte per fermare i migranti che dal Nord della Francia cercano di salire a bordo dei camion diretti in Gran Bretagna, o imbarcarsi sui treni che attraversano l’Eurotunnel. Finora lo spiegamento di polizia britannica su suolo francese e recinti di filo spinato non sono riusciti nell’intento. Nella «giungla» vivono in condizioni disperate circa 10.000 persone, per lo più provenienti da Africa e Medio Oriente. Molti di loro rischiano la vita, e talvolta la perdono, nel tentativo di raggiungere Dover: undici morti solo quest’anno, secondo il gruppo umanitario Auberge des Migrants. Le autorità dei due Paesi denunciano tentativi continui di abbattere le recinzioni e aggirare i controlli, mentre i camionisti raccontano di aver paura per la loro incolumità. Lunedì scorso conducenti di Tir e agricoltori francesi hanno tenuto una manifestazione di protesta, bloccando una delle autostrade per Calais, per chiedere la chiusura della «Giungla». Parigi ha promesso di smantellare definitivamente il campo, ma non si sa se e quando lo farà davvero (Rizzo, Sta).

Muro 2 Le organizzazioni umanitarie hanno condannato il progetto del muro, ma a giudicare dalle prime reazioni l’idea non piace nemmeno ai camionisti. Per l’associazione dei camionisti britannici «è un utilizzo poco intelligente di fondi pubblici». Le strade minori, ha detto un portavoce, sono il vero problema. «È lì che i trasportatori incontrano di tutto, dal fuoco, ai tronchi d’albero, ai carrelli della spesa: misure sempre più estreme con le quali i profughi cercano di costringere i camion a rallentare». Secondo François Guennoc, dell’associazione Auberge des Migrants, il muro è «uno spreco di soldi». «Non fermerà nessuno, renderà la traversata più pericolosa e aumenterà ulteriormente i prezzi dei trafficanti». Fanno eco i medici di Doctors of the World, che lavorano all’interno dei campi di Calais. «Non servono muri, ma ponti per affrontare una crisi umanitaria che sembra senza fine». Per Steve Symmonds, del ramo britannico di Amnesty, il muro «è un ulteriore esempio della mancanza di leadership e alla sconcertante incapacità dei governi europei di trovare una soluzione che abbia un po’ di umanità» (De Carolis, Cds).

Regeni Dall’autopsia su Giulio Regeni svolta in Italia emergono segni, forse lettere dell’alfabeto, incise sul cadavere «usato come una lavagna», secondo l’amara espressione usata dalla signora Paola, madre del ricercatore friulano. Un documento che fornisce ulteriori elementi per smentire, una volta di più, la tesi della rapina degenerata in omicidio ad opera della banda criminale annientata nel marzo scorso, nel blitz da cui saltarono fuori il passaporto e altri effetti personali del giovane. Le tracce che i medici legali Vittorio Fineschi e Marcello Chiarotti hanno individuato sul corpo di Giulio sono ferite superficiali che sembrano comporre alcune lettere dell’alfabeto, apparentemente slegate tra loro, in punti diversi. Tagli che sembrano marchi, e potrebbero avere un significato. Probabilmente tracciate con un coltello, o un oggetto acuminato. La più chiara è quella tracciata sulla schiena. Un’altra intorno all’occhio destro. E altre due: sulla «regione frontale destra», tra l’orecchio e l’attaccatura dei capelli, e sulla mano sinistra, «superficie dorsale»; in entrambi i casi, due linee «tra loro intersecantesi a formare una X». Quelle incisioni sono materia di una potenziale indagine che dovrebbe orientarsi sempre più sugli apparati di sicurezza del Cairo, coloro che hanno messo in atto il depistaggio che avrebbe dovuto sancire le responsabilità dei banditi comuni, smascherato dalle verifiche dei magistrati e degli investigatori italiani. L’altro elemento confermato dall’autopsia sono «le imponenti lesioni cranico-cervico-dorsali» che hanno provocato la morte di Regeni. Di «differente epoca di produzione», cioè inflitte a più riprese e a distanza di tempo, che hanno provocato la rottura di 5 denti e oltre 15 fratture in testa, sul torace e alle gambe. «Lesioni procurate con strumenti di margine affilato e tagliente», scrivono i medici, oltre che da «ripetuti urti ad opera di un mezzo contundente»: calci e pugni, oppure «strumenti personali di offesa», come bastoni e mazze. Oggi arriva a Roma la delegazione guidata dal procuratore generale egiziano Nabil Ahmed Sadek, che incontrerà il procuratore della capitale Giuseppe Pignatone e il sostituto Sergio Colaiocco. Un quotidiano del Cairo anticipa che Sadek «presenterà nuove informazioni trovate nell’inchiesta per giungere alla verità sulla morte di Giulio» (Bianconi, Cds)

Chicago Durante l’ultimo fine settimana, a Chicago sono state colpite da armi da fuoco 65 persone, di cui 13 sono morte. Sempre nella stessa città, dall’inizio dell’anno ci sono stati 500 omicidi (a New York e Los Angeles, da gennaio alla fine di agosto sono stati registrati in totale 409 assassinii). Si tratta del numero più alto degli ultimi vent’anni, con un incremento del 47% rispetto allo stesso periodo del 2015. L’anno passato le persone colpite in sparatorie erano state 2988, cioè più di 8 al giorno, ma stavolta si andrà sicuramente sopra la soglia delle 3000, con una proiezione di quasi 700 omicidi entro la fine del 2016 (Mastrolilli, Sta).

Api Secondo i dati diffusi ieri da Conapi (Consorzio nazionale apicoltori) e dall’Osservatorio nazionale miele, il 2016 per l’apicoltura italiana è il peggiore anno degli ultimi 35: «La raccolta è crollata del 70 per cento in Piemonte, Lombardia, Veneto, Sicilia, dove si producono i due tipi di miele più diffusi, acacia e agrumi — dice il presidente dell’Osservatorio Giancarlo Naldi —. La siccità dell’inverno e il maltempo della primavera hanno bloccato le api». Ma c’entrano anche i pesticidi usati in agricoltura: «Purtroppo da due anni non abbiamo più dati precisi sugli avvelenamenti perché il sistema di monitoraggio ministeriale Bee Net non è stato rifinanziato, ma le api sono diminuite in tutta Italia», aggiunge il presidente Conapi Diego Pagani. Le conseguenze? Meno miele italiano (di ottima qualità, molto controllato, a lunga scadenza) nei supermercati, rincari fino al 20 per cento e importazioni in aumento (più 13 per cento dice Coldiretti) con il rischio di trovare sugli scaffali le miscele cinesi contraffatte (Dal Monte, Cds).

(a cura di Roberta Mercuri)