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 2016  settembre 07 Mercoledì calendario

Il quotidiano Il Tempo è passato ufficialmente agli Angelucci

Un incontro andato avanti davanti al notaio per 6 ore, dalle 15 di ieri. Alla fine, però, è arrivato l’accordo che ha evitato sul filo di lana uno scenario la cui conclusione più naturale sarebbe stata il fallimento. Così non è stato e “Il Tempo” passa definitivamente alla famiglia Angelucci per 12,5 milioni che saranno pagati in 3 anni. Da oggi a decidere sulle sorti dello storico quotidiano romano con sede in Piazza Colonna saranno dunque i proprietari della testata “Libero”, la famiglia Angelucci. Business nelle cliniche private, rilevano “Il Tempo”dall’immobiliarista Domenico Bonifaci, che aveva acquisito la testata da Francesco Gaetano Caltagirone nel 1996.Non è stata un’operazione semplice, nè breve (ci è voluto un anno) quella che ha fatto passare di mano il quotidiano in liquidazione. Il passaggio dall’immobiliarista Domenico Bonifaci agli Angelucci, come anticipato sul Sole 24 Ore del 19 luglio, sarebbe dovuto avvenire con la firma davanti al notaio il 28 luglio, con nuovi proprietari al subentro operativo il 5 settembre. L’incontro c’è stato, ma invece della firma è arrivato un rinvio al 4 agosto seguito da un successivo rinvio, con incontro fissato ieri. A quanto risulta, in corso d’opera sarebbero intervenute divergenze “procedurali”, ma non secondarie e tali da rischiare di far saltare il banco. Il nodo del contendere sarebbe stato, oltre a questioni legate alle spese, anche nella richiesta di fideiussioni alla Nuovo Tempo Srl, veicolo della Tosinvest degli Angelucci. Accordo fatto comunque e la Nuova Tempo Srl, controllata dalla Tosinvest e guidata dall’amministratore Daniele Cavaglià, già da oggi inizierà a lavorare su quello che, in tempi di consolidamento sugli assi Rcs-Cairo e Gruppo L’Espresso-Itedi (editori di La Repubblica e La Stampa), si configura come un’operazione fra piccoli (Libero e Il Tempo), ma significativa. Il Tempo continuerà con 22 giornalisti e due poligrafici, con contratto di solidarietà al 30% secondo gli accordi già raggiunti a inizio estate fra le parti interessate tra cui sindacati dei giornalisti e commissari giudiziali nominati dal Tribunale di Roma lo scorso anno (Tania Enza Cassandro e Mario Venezia). Le testate (al timone di “Libero” è rientrato da metà maggio Vittorio Feltri mentre il direttore de “Il Tempo” è Gian Marco Chiocci) stando ai piani del momento dovrebbero restare autonome, sfruttando invece altri tipi di sinergie, primariamente sui costi e sui servizi.Giusto qualche numero per chiarire la situazione de Il Tempo: nell’esercizio 2014 ha chiuso con un rosso di 13 milioni a fronte di 6,7 milioni di valore della produzione. Nel 2013 la perdita netta è stata di 10,2 milioni, contro i 7,9 milioni di valore della produzione; nel 2012 rosso di 8,7 milioni a fronte di 8,9 milioni di ricavi e nel 2011 la perdita è stata di 6,4 milioni contro i 12,3 milioni di ricavi.