ItaliaOggi, 7 settembre 2016
Frank-Walter Steinmeier, il meno peggio per un eventuale dopo Merkel
La storia non si fa con i «se», ma da sempre gli storici si divertono con i «se». Se Cesare non avesse varcato il Rubicone, se Annibale invece di oziare a Capua avesse attaccato e conquistato Roma. Se a Waterloo non avesse piovuto impedendo a Napoleone di vincere la sua ultima battaglia, e così via.
Se noi europei non avessimo infastidito Frau Angela a tal punto da farle cambiare idea: lei avrebbe voluto andare in pensione già a metà mandato, nel 2015, dieci anni al comando le sembravano abbastanza, al contrario dei politici italiani che non saprebbero cosa fare del tempo libero. Ma non voleva dare l’impressione di andarsene da sconfitta.
Se l’avessimo lasciata in pace, che sarebbe accaduto la notte del 4 settembre del 2015, quando migliaia di disperati erano in marcia verso il confine della Baviera, e un suo virile successore avesse mandato la Bundeswehr, l’esercito, a bloccarli? Ecco i soliti tedeschi, sempre nazisti. E il milione abbondante giunto in Germania oggi sarebbe in Italia.
Con il «se» è invece lecito giocare per il futuro, anche se i cosiddetti futurologi, da quando vengono presi sul serio, dagli anni 50 non ne hanno mai azzeccata una.
Se la Merkel non si dovesse candidare per la quarta volta alla Cancelleria, che cosa accadrebbe? Forse suo marito Joachim Sauer potrà vincere il premio Nobel per la fisica. È professore per physikalische und theoretische Chemie, in tedesco fa più impressione, alla Humboldt Universität di Berlino, ma finché fa il marito al seguito, non ha chance. Sta per andare in pensione perché è nato nel 1949, e per questo Angela meditava il ritiro per godersi la vita a suo fianco. Amano la natura e la musica di Wagner, ma nel luglio scorso per la prima volta, Angela non ha avuto tempo per andare al festival di Bayreuth e sfoggiare una delle sue toilette multicolori.
Se getterà la spugna, o resterà vittima di una congiura di palazzo (più probabile che la facciano fuori gli amici piuttosto che l’opposizione), potrà trascorrere in santa pace i weekend nella sua dacia a Hohenwalde, nel Brandeburgo, a pochi chilometri da dove ha vissuto bambina. Sono andata a vederla, e non la vorrei neanche in regalo. Un cubo di cemento in una radura nel bosco, e intorno ci sono una ventina di altre casette tutte uguali. Se ne volete una per diventare vicini di Angela, costano al massimo 40 mila euro.
Per chi vuole sloggiarla dalla Cancelleria, ci sarebbe un modo elegante: il 12 febbraio del 2017 si elegge il presidente della Repubblica, il successore di Joachim Gauck, che non desidera un secondo mandato. Angela potrebbe diventare anche la prima Frau Präsidentin, ma credo che non desideri affatto una carica di consolazione.
E se Frau Doktor Merkel toglie il disturbo chi prenderà il suo posto? Di sicuro, sbaglio come i futurologi, ma non vedo altri candidati che Frank-Walter Steinmeier, 60 anni, socialdemocratico e attuale ministro degli esteri, sempre disponibile ad ascoltare Putin e contrario al Ttip, il trattato di libero scambio con gli Usa. Potrebbe guidare una coalizione con i verdi, come ai tempi di Schröder. Se i Grünen invecchiati e imbolsiti non dovessero farcela, con un’ennesima Große Koalition, il nuovo cancelliere dovrebbe essere ancora un cristianodemocratico.
Ma il partito non ha nemmeno un nome presentabile per la successione. Le donne, come Ursula von der Leyen, ministro della difesa, madre di sette figli come piace alla Lorenzin (però è anche milionaria), si è bruciata nell’attesa. Un cristianosociale della Baviera? Il leader del Land, Horst Seehofer, l’implacabile critico della Merkel? Ma è sempre andata male in passato, anche a un gigante come Franz Josef Strauss. I bavaresi eterni primi della classe, dal calcio alle auto, dalla birra al sistema scolastico, sono antipatici al resto dei tedeschi.
È quasi come arrendersi, e confessare che non so chi possa essere il maschio al posto della signora. Però sono sicuro che, chiunque sarà, continuerà la sua politica: niente debiti, né in casa né fuori, l’Europa piaccia o meno, continuerà a essere guidata da Berlino, e qui non perdonano gli spendaccioni meridionali. Sarà così perfino se diventasse cancelliere Martin Schulz, 61 anni, il presidente del Parlamento europeo, che Berlusconi voleva scritturare per un film nella parte del Kapo nazista. Da allora piace alla sinistra italiana, o quel che ne resta. È sempre pronto a dar ragione all’Italia, perché al momento non gli costa nulla. Se diventasse cancelliere, sarebbe peggio di Angela o, per i tedeschi, meglio. Questa non è una profezia, è una certezza.