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 2016  settembre 07 Mercoledì calendario

Una coppia gay di Trieste vuole portare il sindaco in tribunale perché non gli dà la sala matrimoni

Il tribunale non è un buon posto per due futuri sposi. Eppure, sfidando la scaramanzia, le coppie gay di Trieste sono pronte a portare davanti al giudice la giunta del sindaco forzista,Roberto Dipiazza. Dopo l’entrata in vigore della legge sulle unioni civili, l’amministrazione triestina ha negato la sala matrimoni del Comune alle coppie omosessuali. Inizialmente, chi voleva sposarsi doveva farlo nell’ufficio in cui, talvolta, vengono formalizzati i divorzi. E qui la scaramanzia era più che giustificata.
Dopo le polemiche sollevatedal senatore del Pd, Monica Cirinnà, prima firmataria della nuova norma, Dipiazza ha concesso alle coppie gay Palazzo Gopcevich, uno dei più belli della città. Niente da fare. I promessi sposi non ci stanno. E continuano a reclamare la sala matrimoni del municipio.
Sinora, sono due le coppie omosessuali che hanno avanzato la richiesta di formalizzare la loro unione nella stanza del Comune riservata alle celebrazioni delle nozze etero. Nel primo caso, la giunta Dipiazza ha fatto sapere che la sala era occupata da una manifestazione. Nel secondo, l’amministrazione ha scritto ufficialmente che non era a disposizione.
«Relativamente alla concessionedi una delle sedi adibite alla celebrazione dei matrimoni, la giunta comunale ha dato indicazione di mettere a disposizione, se richiesta per il sabato, e solo per la fase di registrazione della costituzione delle unioni civili, la sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich», si legge nella comunicazione del Comune pubblicata lo scorso lunedì dal Piccolo.
«La predetta sala, tenutoconto dei tempi necessari a definire gli aspetti organizzativi, potrà essere disponibile, indicativamente, a partire dal 15 ottobre. Resta ferma, sin d’ora, la possibilità di espletare l’intera procedura finalizzata alla costituzione dell’unione civile, negli orari d’ufficio e previo appuntamento, negli uffici di stato civile, con possibilità di richiedere l’uso della sala 101 per la fase di registrazione delle unioni civili».
Per i futuri sposi, la rispostadel Comune è discriminatoria. «Alla fine, il Comune di Trieste ha messo tutto nero su bianco: si scrive mettere a disposizione la sala Bobi Bazlen di Palazzo Gopcevich, noi leggiamo apartheid», ha spiegato Davide Zotti, che ha chiesto la sala matrimoni per celebrare le nozze col compagno Claudio Bertocchi. I due, legge alla mano, sono pronti a portare la giunta Dipiazza alla sbarra. «Il comma 20 della legge 76/2016, che garantisce diritti e parità di trattamento tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali, non si applica a Trieste», hanno sottolineato Zotti e Bertocchi.
«Ci chiediamo: perchéil Comune di Trieste, a differenza di quelli di Torino, Milano, Vicenza, Napoli, Catania, Palermo, vuole umiliare una parte dei suoi cittadini? Con la risposta scritta in mano, valuteremo seriamente, insieme con un legale, se ci sono gli estremi per un ricorso al Tar contro questa disparità di trattamento».
In tribunale, i due cittadinitriestini potrebbero incrociare il capogruppo di M5s in consiglio comunale, Paolo Menis. «Mi è stato comunicato, in via non ufficiale, che, a Trieste, i consiglieri comunali non potranno celebrare le unioni civili», ha rivelato l’esponente grilino. «Se la cosa verrà confermata da questa giunta, è chiaro che ricorrerò al Tar». Per un motivo o per l’altro, le unioni civili, nel capoluogo del Friuli, sono destinate a finire davanti a un giudice.