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 2016  settembre 07 Mercoledì calendario

Nella Juve non ci sono mai stati così pochi italiani e sabato gioca contro il Sassuolo, la squadra che ne ha di più


Tocca a loro far ripartire la Serie A dopo la sosta e la chiusura del (lungo) mercato estivo. E miglior vetrina tra Italia ed Europa non poteva esserci per il nostro calcio, visto che Juve e Sassuolo si sfideranno sabato – nell’anticipo allo Stadium – con l’etichetta di migliori squadre del campionato, grazie al lavoro di Allegri e Di Francesco. Un duello che arriva prima dei rispettivi debutti in Champions (sognando di vincerla) e in Europa League (una prima volta che è già un sogno), ma che poteva essere una sfida al vertice. Solo un clamoroso errore burocratico degli emiliani ha portato alla sconfitta a tavolino contro il Pescara. E il primo posto non sarebbe stato l’unico punto di contatto tra bianconeri e neroverdi, accomunati dalla stessa filosofia, dallo stadio di proprietà, da una chiara identità di gioco e da una consolidata amicizia tra dirigenti. Juve e Sassuolo, però, non si specchiano più nell’identico «Made in Italy» e soprattutto non sono mai stati così distanti a livello di organico. I primi hanno 17 stranieri sui 25 giocatori della rosa, mentre i secondi sono la formazione più tricolore con 23 italiani su 27.
Paradossi della riforma
I bianconeri sono sempre stati il serbatoio della Nazionale e spesso si è parlato di ItalJuve, ma ora la situazione è cambiata. Resta uno zoccolo duro di 8 azzurri, a partire dal blocco difensivo con Buffon e la BBC, ma i pentacampioni d’Italia nell’ultimo quinquennio hanno trionfato con una crescita costante delle quote internazionali. Dal 29% del 2011/12 all’attuale 68%: più del doppio e un dato così non si era mai visto a Torino. Neanche la scorsa stagione, quando c’erano 19 stranieri ma su 30 elementi a disposizione di Allegri (63%). La riforma Tavecchio paradossalmente ha influenzato questa crescita esterofila, visto che la riduzione dell’organico ha penalizzato gli italiani: quest’estate sono andati via Padoin e Zaza (oltre a Pogba, Morata e Pereyra), mentre la Juve ingaggiava sei stranieri su sei (Higuain, Dani Alves, Pjanic, Pjaca, Benatia e Cuadrado).
Firenze la più esterofila
Scelte comuni a tanti club di Serie A, cresciute negli ultimi giorni di trattative, visto che la percentuale di stranieri nelle rose ha toccato il 56% finale con la punta massima a Firenze (84%). In questi giorni si devono chiudere le liste e ci saranno tagli. Il Sassuolo, invece, resta un’isola giovane e felice con il 14%, mentre Di Francesco schiera nove italiani titolari in campo. Senza dimenticare che da tempo ha messo in vetrina Domenico Berardi (assente sabato per infortunio). L’attaccante 22enne rappresenta il futuro dell’Italia, è stato il più giovane a segnare 40 gol in A, e il più grande potenziale affare di mercato. Il suo cartellino vale già 50 milioni di euro e la Juve farà di tutto per averlo e per convincerlo a vestire il bianconero dopo tre rifiuti. Non tanto per riequilibrare le quote, ma per continuare a vincere.