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 2016  settembre 06 Martedì calendario

Perché tassare Apple è un grande errore

La decisione della Commissione di tassare retroattivamente Apple può comportare una diminuzione degli investimenti esteri non solo in Irlanda, ma in tutta Europa. Ne è convinto John Bruton, primo ministro del Paese dal 1994 al 1997, per il quale obbligare il fisco di Dublino a escutere i soldi di Cupertino può rivelarsi un boomerang per tutto il Vecchio Continente.
Mr. Bruton, qual è la sua opinione riguardo alla decisione della Commissione Europea?
«Noi riteniamo che sia sbagliata perché tenta di ricavare le tasse in maniera retroattiva per profitti realizzati in base alla legge valida al tempo. L’organizzazione indipendente – la Commissione per le imposte irlandese – aveva ritenuto che non fosse necessaria la tassazione allora e Apple ha agito in base a questo. Quindi arrivare dopo e imporre un’imposta rappresenta una tassazione retroattiva che non è opportuna. Crediamo inoltre che porti incertezza riguardo agli investimenti in Irlanda o in qualsiasi alto Paese dell’Unione Europea. Vorrei aggiungere che il governo irlandese non ha avuto alcun ruolo riguardo alle decisioni sulla Apple, che sono state prese dai commissari i quali, come ho detto prima, sono membri di un organismo indipendente che non risponde al governo».
Il commissario Ue Vestager ha dichiarato dopo la decisione che bisogna rispettare le regole. Apple crea prodotti incredibili e l’opinione più popolare negli altri Paesi è che Apple abbia usato l’Irlanda per aumentare i suoi profitti per gli Stati Uniti. Cosa ne pensa?
«Credo che se ci fosse stato un problema in passato riguardo a come Apple svolge il proprio business all’estero, la Ue avrebbe dovuto agire immediatamente con proposte per nuove normative o con un risarcimento. Ma è inaccettabile intervenire dopo che il fatto è accaduto. La società aveva ricevuto l’ok da parte delle autorità competenti. È necessario ripetere che le autorità preposte in Irlanda sono i commissari per gli introiti e non la Commissione Europea, perché la tassazione è prerogativa degli Stati membri e non una questione dell’Unione».
Il governo irlandese si trova in una posizione scomoda perché ha deciso di fare appello alla Corte di Giustizia Europea ma così rifiuta il rimborso di 13 miliardi di euro. Una quantità di denaro enorme, circa 3 mila euro per ogni abitante irlandese. Cosa ne pensano i cittadini? È una somma ingente che potrebbe essere spesa per rendere l’Irlanda più competitiva.
«Innanzitutto direi che il popolo irlandese è estremamente felice del fatto che negli ultimi 50 anni siamo riusciti ad attirare una grande quantità di investimenti esteri diretti. Si tratta di una grande fetta dell’economia irlandese, soprattutto per quanto riguarda compagnie statunitensi come Apple. Non vogliamo dunque fare qualcosa che potrebbe mettere a rischio gli investimenti diretti esteri in futuro. Il problema è che se la Commissione continua in questa direzione, danneggerà molto gli investimenti in Irlanda ma anche in Europa nel suo complesso».
Ecco, su questo punto, cosa succederà se la Corte di Giustizia Ue deciderà di costringere il governo irlandese a ricevere il risarcimento? Crede che ci sarà una fuga di capitali?
«Attendiamo il responso della Corte. Come ha detto lei, c’è un jackpot da 13 miliardi, ma nella sua decisione la Commissione ha dichiarato di non sapere a chi spettano quei soldi.Potrebbero essere dell’Irlanda oppure di qualche altro Paese. Non lo sanno. Ovviamente l’Irlanda non può permettersi di sprecare risorse solo per scoprire che quel denaro spetta agli Stati Uniti, o alla Francia, o all’Italia. Non si tratta di un premio per l’Irlanda, ma solo della decisione da parte della Commissione Ue di prendere i soldi da Apple senza sapere a chi poi spetterebbero».
Infine vorrei farle una domanda piuù teorica. Tim Cook ha affermato che la Commissione Europea agisce come un’entità sovranazionale per quanto riguarda le politiche fiscali, ma questo è l’obiettivo della Commissione. Per migliorare l’economia europea dovremo migliorare e armonizzare tutte le politiche fiscale europee?
«Sono d’accordo. L’Unione Europea è un corpo sovranazionale e noi ne siamo membri. È inoltre l’unico organo internazionale che ha un parlamento eletto. Questo lo accettiamo, quello che non accettiamo è che si cambino le regole del gioco a metà. In questo caso vi era una decisione legittima sulle tasse da parte dell’Irlanda e non si possono cambiare le regole del gioco a metà partita».
Come crede che si risolverà la questione?
«Penso che rimarrà alle Corti per molto tempo e spero che si risolva in maniera amichevole ma ora non ho alcun motivo di credere che sarà così».