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 2016  settembre 06 Martedì calendario

Qualcuno salvi Stefanel

L’ultima doccia fredda è arrivata dai revisori di Ernst&Young che hanno messo nero su bianco l’impossibilità ad esprimersi sulla semestrale di Stefanel. Troppe incertezze sulla continuità aziendale, hanno scritto. Una tegola non inattesa per il gruppo dell’abbigliamento visti i numeri. La perdita netta consolidata nei 6 mesi del 2016 è stata di 13,3 milioni, ma soprattutto non c’è più capitale dato che il patrimonio consolidato è ora negativo per 11,5 milioni. Su una situazione che urge una nuova (l’ennesima) iniezione di capitale incombe la zavorra storica di Stefanel: quel debito con le banche da 85 milioni che è al suo quarto giro di mancato rimborso. Il primo accordo di rinegoziazione del debito data infatti addirittura dal 2008: un tempo biblico, in cui la moratoria è stata rinnovata più e più volte. Il tutto nella speranza per le banche di rientrare prima o poi in possesso dei loro crediti. Ancora a fine 2015 alcuni covenants non erano stati rispettati e ancora una volta l’azienda è riuscita a strappare un nuovo rinvio alle banche. Ma davvero questo è l’ultimo. Senza un riequilibrio patrimoniale Stefanel è condannata. E non è un caso che la caccia a un cavaliere bianco disposto a mettere soldi e a entrare nel capitale sia aperta ufficialmente da qualche mese. Inevitabile per la società trevigiana che langue in stato di crisi ormai da molti anni. I ricavi continuano a scendere anno su anno: anche negli ultimi 12 mesi sono calati di un 12%. Stefanel che faceva ricavi per 180 milioni nel 2009 ora è ferma a poco più di 150 milioni, ma soprattutto la sua marginalità industriale ha cumulato passivi per oltre 90 milioni dal 2009 e perdite nette per oltre 100 milioni sempre dal 2009 all’epoca dell’inizio dei guai finanziari che hanno portato alla prima richiesta di moratoria per i debiti bancari. Una crisi che non smette di mordere con Stefanel che oggi quota solo il 10% dei suoi ricavi e le banche appese da anni a una possibile svolta. E ironia della sorte con Giuseppe Stefanel che ha perso di tasca sua oltre 5 milioni di euro dall’investimento in azioni di Veneto Banca. Soldi che sarebbero stati oggi preziosi per salvare la sua storica azienda.