la Repubblica, 4 settembre 2016
Oggi c’è il Gran Premio di Monza
«Abbiamo fallito l’obbiettivo stagionale». Sergio Marchionne arriva a Monza e, finalmente, come in un segno di resa, ancor prima che le macchine entrino in pista per le qualifiche, certifica quello che in realtà tutti già sanno da tempo.
A dire la verità, il bilancio di Marchionne è persino omissivo. Perché la Ferrari che ieri, in una giornata senza errori, defezioni o sbavature, ha rimediato comunque 8 decimi di secondo dalla Mercedes, non ha fallito solo l’obbiettivo stagionale (che era il mondiale) ma ha anche mostrato una quantità incredibile di insufficienze, manageriali, tecniche e sportive.
Il fatto è che la cura Marchionne non ha funzionato e dopo due anni di defenestramenti, rivoluzioni, promesse, rimaneggiamenti, il team del Cavallino continua a procedere a casaccio. L’ultima notizia vuole che negli ultimi tempi il presidente abbia fatto più di una visita (in elicottero) alla Dallara per chiedere una mano nella progettazione e produzione di alcune parti del telaio 2017, una mossa certamente sensata, Dallara è uno dei costruttori più apprezzati al mondo, ma che contraddice tutta la linea autarchica annunciata lo scorso 2 agosto.
Probabilmente Mattia Binotto, l’ingengere home made appena incaricato da Marchionne di rimettere un po’ d’ordine nella Gestione Sportiva riuscirà nella sua missione, ma certo che un conto è provare a dare un senso organizzativo a una folla di ingegneri e tecnici ormai abituati all’anarchia, un conto è pensare di fare la concorrenza a squadre come Mercedes o Red Bull che, anno dopo anno, dopo essersi accaparrati i migliori ingegneri sulla piazza, pianificano e programmano ogni singola decisione.
Per il momento, comunque, il lavoro di Binotto non ha prodotto alcun risultato e lo spettacolo andato in scena davanti al pubblico di casa ieri pomeriggio è stato dolorosamente all’altezza del “fallimento” annunciato da Marchionne. Il palcoscenico è stato occupato con la consueta abilità da Lewis Hamilton che ha strappato la 56ª pole position (portandosi a -13 da Schumacher e a -9 da Senna). La Ferrari non è mai stata nemmeno lontanamente all’altezza. E alla fine ha chiuso a 8 decimi dall’inglese e a 3 da Nico Rosberg, che però correva con un motore vecchio. Deluso Vettel: «Noi miglioriamo ma evidentemente migliorano anche loro. Per la gara la vedo dura. Dobbiamo essere onesti e dire ai tifosi che faremo di tutto ma che non siamo certo i favoriti. Poi si può sempre sperare che quelli della Mercedes abbiano un problema…».