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 2016  settembre 05 Lunedì calendario

L’uomo che ha guadagnato di più con PokémonGo

I grandi successi non avvengono per caso. Così dietro la folgorante ascesa di PokémonGo, il gioco per smartphone basato sulla realtà aumentata e la geolocalizzazione, che quest’estate ha conquistato 130 milioni di utenti nel mondo, c’è il percorso e l’esperienza di un uomo finora poco conosciuto: John Hanke. Non è solo il fondatore e Ceo di Niantic, la start-up californiana editrice del gioco e dell’app, è anche l’uomo delle mappe, l’ideatore di programmi che usiamo tutti ogni giorno o quasi. E se stavolta, a 49 anni, Hanke ha fatto Bingo, lo deve proprio alle tappe della sua storia che gli hanno fornito il mix giusto di elementi. Anche se, modestamente, ha confessato a Time: «Abbiamo pianificato il successo, abbiamo preparato la nostra infrastruttura per questo, ma per essere onesto sono stato sopraffatto dal livello di interesse, dal numero dei giocatori e dalla quantità di tempo che dedicano a PokémonGo».
Nato a Cross Plain, in Texas, dopo una laurea presa a Austin, Hanke si è spostato in California, dove ha ottenuto nel 1996 un Mba a Berkeley e da allora vive nella Silicon Valley. Durante gli studi lavorava già alla creazione di Meridan 59, il primo Massive multiplayer online game, che ha lanciato per Pc nello stesso anno della sua laurea. Nel 2000 crea con le tecnologie della Silicon Graphics un programma chiamato Earth Viewer che per la prima volta permette di esplorare il globo terrestre attraverso le immagini da satellite, zoomando progressivamente verso un punto della terra prescelto. E nel 2001 Hanke fonda la sua prima start-up, Keyhole, basata su questo prodotto. Quando Sergey Brin e Larry Page lo vedono restano stupefatti.
Nel 2004 Google compra la start-up per 35 milioni di euro: così dall’Earth Viewer nasce Google Earth. E Hanke, passato a lavorare per Google, diventa vicepresidente del settore Geo, che porta da 30 a 2.000 impiegati. È lui a decidere lo sviluppo di Earth, Maps, Street View, e dei software di geo-localizzazione da mobile. Nel 2010 a Mountain View, viene aperto sotto la guida di Hanke il Niantic Lab, il nome viene da una nave arenata sulla costa di San Francisco. Google voleva esplorare l’uso della realtà aumentata. Hanke ha la sua idea, che esprime su Google+: «Non penso che siamo fatti per stare chiusi in una stanza buia con un dispositivo elettronico sulla testa, alla virtualità preferisco l’uso della Realtà aumentata per far uscire la gente all’aperto creando connessioni nel mondo reale». Inventa allora Ingress, lanciato nel 2012, primo gioco multiplayer per mobile che introduce la realtà aumentata sul territorio, usando le mappe. Un successo con 13 milioni di giocatori. Tra questi c’ é Tsunekazu Ishihara, l’amministratore delegato della Pokémon Company. Hanke lo incontra in Giappone. E il primo aprile del 2014, lancia per scherzo un video che propone la sfida di trovare dei Pokémon attraverso Google Maps esplorando deserti, montagne, oceani.
Niantic diventa una società indipendente nel 2015 e Hanke raccoglie 25 milioni di dollari in pochi mesi da 8 investitori tra cui Nintendo e Pokémon Company, oltre Google. Intende utilizzare l’infrastruttura realizzata per Ingress (reti,server, mappe, luoghi di incontro) per lanciare un gioco più coinvolgente, quello appunto della caccia ai mostri tascabili. L’app per Android e iOs lanciata il 6 luglio negli Usa, Asia e Australia, da metà luglio si è diffusa in 40 Paesi, Europa compresa e ha toccato il picco dei download a metà estate. Con una media di oltre 30 milioni di utenti attivi al giorno, più del doppio di Candy Crush, prima considerato il più popolare mobile game. PokémonGo è un record anche o economico: 2 milioni di dollari al giorno generati dall’app e fino a 10 milioni con i link sponsorizzati e i redditi da vendite di oggetti (come il bracciale PokemonGo Plus) secondo la società di analisi App Annie. Nintendo, l’inventore storico dei Pokémon, dall’app riceve il 10%, gli store online hanno il 30% degli incassi, ma il grosso dei guadagni li ha fatti Niantic. Passata l’ euforia estiva, però, i download cominciano a declinare. E non mancano le polemiche sui problemi di sicurezza.