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 2016  settembre 05 Lunedì calendario

«Tana libera tutti». Al raduno mondiale di nascondino

Ma quale «Pokemon go», nella città fantasma si gioca a nascondino. E non è nemmeno un banale raduno per i nostalgici del «tana libera tutti»: in palio c’è il titolo mondiale.
Ieri e sabato il borgo di Consonno, una frazione di Olginate (Lecco), ha ospitato i campionati di una disciplina che in Giappone sperano un giorno di portare alle Olimpiadi. Nell’attesa ci hanno pensato i ragazzi bergamaschi della rivista «Ctrl magazine». Dal 2010 organizzano la gara a cui quest’anno hanno partecipato 320 persone divise in 64 squadre. «È nato tutto per caso – racconta Simone Montanari – Durante una mia festa di compleanno ci siamo messi a giocare a nascondino come facevamo da piccoli. Abbiamo puntato in alto: perché non fare i mondiali?». Alle prime edizioni erano iscritte solo formazioni italiane. Quest’estate la svolta: cinque team francesi, due svizzeri, uno belga e uno addirittura dagli Stati Uniti. «Pensavo fosse uno scherzo – ride Giorgio Moratti – Una notte apro la mail e leggo un messaggio che sembrava provenire da Minneapolis. Ho verificato ed era tutto vero».
Anche lo scenario è cambiato: fino al 2015 la rassegna si svolgeva nel Bergamasco, questa volta ha traslocato sul monte di Brianza. Qui sorgeva la «Las Vegas della Lombardia», un’idea del conte Mario Bagno che voleva rendere Consonno il paese dei balocchi. A fine Anni 60 costruirono un centro commerciale a forma di minareto, un albergo di lusso, un castello medievale e una pagoda cinese. I visitatori erano migliaia, poi iniziò il declino che una frana rese inarrestabile già nel ‘76. Di quel programma mirabolante non restano che strutture bizzarre e abbandonate, più le curiose insegne all’ingresso («A Consonno è sempre festa»).
I conservatori del nascondino hanno preso in prestito un’area verde della collina. Le regole: il cercatore (neutrale) conta per un minuto, mentre i giocatori si disperdono tra gli ostacoli e scattano verso la tana. Le squadre sono distribuite in quattro gironi, ad ogni manche prende parte un rappresentante di ciascuna. In palio c’è la «Foglia di fico d’oro» e i colori delle maglie vengono assegnati con il lancio del Bancomat. I cercatori sono i ragazzi del Lumezzane rugby, che vinsero il World championship nel 2014. «Noi donne siamo i punti forti del gruppo – scherza Cristina Nataletti dei “Nascon-daino” di Torino – Il segreto è scegliere l’attimo giusto per sbucare verso la tana senza farsi vedere. Altrimenti in velocità gli atleti ci battono sempre». Il pubblico fa il tifo dalla tribuna naturale e può suggerire ai giocatori quando è il momento giusto per scattare. «Contano anche istinto e improvvisazione – dice Generoso Morelli, che viene da Napoli e ha formato la squadra su Internet – Mi sembrava un evento talmente assurdo che non potevo perdermelo». Molti restano a dormire in tenda nella notte che separa i due giorni di competizione vicino al villaggio con street food e musica dal vivo. C’è anche un servizio di navetta gratuito da Olginate. Il principio è questo: nascondino libera tutti e fa tornare bambini. «Il format funziona perché ognuno di noi, almeno una volta, si è divertito così», osserva Moratti.