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 2016  settembre 05 Lunedì calendario

La nuova Nazionale in mano a Verratti

Al di là dei punti per il primo cammino mondiale, la partita con Israele vale soprattutto per cominciare a capire Verratti. Per una ragione o per l’altra non è mai entrato stabilmente nell’Italia. Nonostante giochi da anni in uno dei più grandi club europei, per la Nazionale resta ancora un giovane abbastanza sconosciuto, al punto che non risulta nemmeno chiarissimo il suo ruolo. Verratti è il talento più chiaro che abbiamo, ha ormai 23 anni, ha esperienza, può e deve prendere in mano la nuova Italia. La novità del tempo è lui, il resto lo conosciamo a memoria nel bene e nei limiti. Da Verratti ci si aspetta un gioco alla Pirlo, ma non esiste quel gioco, esisteva semplicemente Pirlo. Verratti ha sempre un tocco in più, ama avere un avversario da saltare e un pubblico da stupire. Non è un eccessivo, ama il gioco in generale, il suo un po’ di più di quello degli altri. Ma è il nostro miglior talento. Questo significa che pur essendo una mezzala pura, avrà interpretazioni personali nel dirigere la squadra. Non deve dimostrare tutto oggi, peraltro è reduce da un infortunio serio. Deve però dare subito qualità e personalità a un reparto un po’ grezzo. Dietro Verratti torna Bonucci ma è un errore pensare che la difesa si sia persa contro la Francia solo per la sua assenza. Siamo naufragati per la pessima serata di Chiellini, perché Martial ha saltato quasi sempre Barzagli e perché si è infortunato De Rossi. Nel tentativo di mostrare un po’ di gioco Ventura ha diviso la squadra in due, un lungo vuoto in mezzo, senza registi, attaccanti isolati e difensori in difficoltà. È un peccato legittimo per chi debutta, aggravato dalla qualità della Francia. In Israele bisogna già vincere, è un avversario fisico, con molta corsa, ma vorrei credere che a questi livelli la qualità sia dalla parte nostra. L’asse della squadra, Buffon-Bonucci-Pellè è buono. Gli altri sono al servizio loro e di Verratti, ma dovrebbe bastare per ricominciare. Ventura ha davanti un piccolo deserto, ci sono pochissimi segnali che il vento stia cambiando. La vera qualificazione è con noi stessi. O ci riesce il buon senso di Ventura o andiamo alla deriva.