La Gazzetta dello Sport, 4 settembre 2016
La santificazione di Madre Teresa di Calcutta

Oggi, in San Pietro, santificazione di Madre Teresa di Calcutta, già beatificata da papa Wojtyla nel 2003. Al tempo di Wojtyla si trattò di un forte fatto mediatico, 27 delegazioni ufficiali estere, 300 mila persone in piazza, collegamenti con le tv di tutto il mondo. La santificazione di oggi sarà ancora più clamorosa: padre Greg Bruke, che guida la Sala stampa vaticana (dove per anni siamo stati assistiti da padre Federico Lombardi) dice che i centomila biglietti preparati dall’organizzazione del Giubileo sono andati via tutti, ma si sa già che la folla riempirà i dintorni di piazza San Pietro, come già avvenne lo scorso febbraio, quando furono esposte le spoglie di Padre Pio. Oggi i giornalisti accreditati sono 600, le emittenti collegate 125, il Centro Televisivo Vaticano ha fatto sapere che le riprese saranno effettuate col sistema 4K Ultra-Hd, cioè l’altissima risoluzione. Grazie a nove telecamere sarà possibile zoomare su ogni singolo viso dei fedeli presenti in piazza, e le immagini saranno poi disponibili, sin da domani, in rete, sul sito della canonizzazione.
• La sicurezza? Ai soliti duemila uomini che, da quando è cominciato il Giubileo, presidiano Roma, si sono aggiunti altri mille agenti e squadre specializzate in antiterrorismo di polizia e carabinieri. L’Aereonautica ha predisposto una bolla di sicurezza tra le nuvole: dalle 8 di mattina alle 7 di sera sarà vietato volare in un’ampia zona sopra San Pietro. La piazza è stata divisa in tre aree, ciascuna con un ingresso (Sant’Uffizio, Traspontina, Porta Angelica), a chiunque volesse passare saranno perquisite la persona e i bagagli. Il prefetto definisce il sistema «logica di cerchi concentrici».
• Non sarà, questo della santificazione di Madre Teresa, un modo astuto per tirare su le fortune del Giubileo, finora, mi pare, abbastanza moscio?
La santificazione non è un’idea dell’ultima ora, era stata annunciata fin da dicembre. Il Giubileo, stando ai dati forniti dalla Santa Sede, non va poi così male: ad aprile si contavano sette milioni di pellegrini, gli organizzatori sono certi che alla chiusura del 20 novembre i dieci milioni preventivati alla vigilia saranno superati.
• Parliamo di Madre Teresa.
Era albanese, il suo vero nome era Anjezë Gonxhe Bojaxhiu, nata a Skopije nel 1910, morta a Calcutta il 5 settembre del 1997. Premio Nobel per la Pace nel 1979. Ha cominciato la sua vita nella Chiesa a dieci anni, frequentando la parrocchia della sua città. È arrivata in India a 19 anni. Il resto della biografia è un accostarsi progressivo alla meta agognata: il fondo dell’abisso della miseria umana, là dove vagano i più poveri tra i poveri, coloro che si sentono non voluti, non amati, gente che è fuggita da tutti perché da tutti disprezzata. Volendo servire quest’umanità disperata, di cui facevano parte anche i lebbrosi, madre Teresa fondò a un certo punto la congregazione delle Missionarie della Carità, una dozzina di donne all’inizio, adesso 5.300 religiose sparse in 758 case distribuite in tutto il mondo. Le sono piovuti soldi e beni da tutte le parti, che madre Teresa ha speso immediatamente, perché, diceva, «uno dei maggiori pericoli è diventar ricchi». Proprio qui sta uno dei cardini delle accuse che le vengono mosse da quelli che la detestano: piena di soldi e non ha mai costruito una clinica come si deve, s’è solo ingegnata a metter su posti dove morire o case da moribondi (così, da ultimo, Martín Caparrós, nel saggio La fame). La madre ha avuto denigratori formidabili, come Dawkins e Christopher Hitchens, che scrisse addirittura un libro contro di lei. La madre era violentemente antiabortista, e nel discorso con cui accettò il Nobel si scagliò contro le madri che hanno il permesso di uccidere i figli.
• La storia delle cliniche mai costruita è vera?
Madre Teresa badava al conforto di moribondi e lebbrosi, istruiva, medicava e consolava, ma credeva poco alle organizzazioni degli uomini. Cliniche e ospedali non ne fece, e due giornalisti - Serge Larivière e Genevieve Chenard - sostengono che ha nascosto molti dei soldi che ha ricevuto in conti sparsi in tutto il mondo. Come potrà immaginare, non ho elementi per affermare che i due abbiano ragione o torto e ci sembrano accuse un po’ eccessive. Ma c’è un punto chiave, relativamente a Madre Teresa e alla sua filosofia, intorno a cui sarà bene meditare.
• Quale?
La santa donna sosteneva che «i poveri sono la riserva di umanità di cui tutti abbiamo bisogno, la riserva di amore, la riserva di capacità di soffrire e di gioire. Ci danno più di quanto noi diamo a loro». L’ideale per Francesco e per questo Giubileo, intitolato alla misericordia. E però se i poveri sono la nostra salvezza, non sarà peccato tentare di toglierli dalla loro condizione infelice, non sarà che Madre Teresa, con la sua dedizione, ha finito per difendere il mondo ingiusto così com’è, vale a dire il mondo con le sue schiere di miserabili, con le sue valli di lacrime, con le sue montagne di infinito dolore?