la Repubblica, 2 settembre 2016
Alle 21.35 di ieri «si è fatta la storia del calcio, per la prima volta la moviola in campo». Parola di Gianni Infantino
Il futuro ha parcheggiato in una piazzola dello stadio a forma di astronave ed è entrato silenziosamente sulla scena alle 21.35 circa. «Si è fatta la storia del calcio, per la prima volta la moviola in campo», dirà il presidente della Fifa Gianni Infantino. Al 33’ del primo tempo, l’arbitro Kuipers ha negato un rigore all’Italia per un tocco di mano di Kurzawa su colpo testa di De Rossi, ha fatto un gesto plateale di diniego, ma poi ha esitato qualche secondo prima di far battere la rimessa laterale. In questa piccola eppure percettibile esitazione, ha atteso che gli assistenti davanti al video gli confermassero la bontà della sua decisione. È stato un attimo lungo come un secolo, il momento in cui il pilota della gara ha interagito con la torre di controllo. «C’è stata la comunicazione – ha detto Infantino – si è anche visto, l’arbitro ha fermato il gioco un paio di secondi, al video gli assistenti hanno verificato e il gioco è ripreso. Siamo nel 2016. Non si riuscirà a risolvere tutto, ma nelle situazioni chiave cerchiamo di aiutare l’arbitro senza snaturare il gioco».
Nel parcheggio del San Nicola, in un van bianco con targa olandese, erano rinchiusi quattro uomini, in uno spazio di sei passi per due, davanti a una piramide di otto monitor alta tre file. Due “VARs”, video assistant referees, gli arbitri olandesi Danny Makkelie, poliziotto, e Paulus Van Boekel, ex difensore di B. E due ragazzi, Ruban Zijlstra, olandese, e Tom Jawicot, francoamericano, tecnici della Hawk-Eye Innovations, società del gruppo Sony titolare del brevetto. In cabina registravano il segnale di 22 telecamere, due regie diverse, italiana e francese. Rispetto alla sperimentazione che partirà da ottobre in A, e che sarà off-line, senza cioè conseguenze sulla partita, ieri Kuipers aveva il microfono aperto e ha potuto dialogare col furgoncino. Parole in codice per i casi chiave: penalty, buitenspel (fuorigioco), schwalbe (tuffo, simulazione), rode kaart (cartellino rosso). Il capo degli arbitri olandesi (e del progetto) Mark Van Der Roest, che nel suo Paese ha seguito tre anni di test effettuati in 12 partite giovanili con tempi di mezz’ora e 3 amichevoli delle big, aveva concordato una linea morbida: intervenire solo in caso di “clear mistake”, di errore pacchiano e evidente. Ma, già che c’era, Kuipers ha atteso l’aiutino. Per essere sicuro di aver ragione, ed entrare nella storia.