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 2016  settembre 02 Venerdì calendario

Intanto in Venezuela...

La “toma de Caracas”, la presa di Caracas. È stata battezzata così la grande manifestazione che l’opposizione venezuelana ha organizzato. Un milione di persone ha sfilato nelle vie della capitale.
Una protesta mirata a sfiduciare, con un referendum revocatorio, il presidente Nicolas Maduro, è iniziata ieri mattina e si è protratta per tutto il giorno. L’opposizione vorrebbe effettuare pressioni al Comitato elettorale nazionale affinché dia via libera al referendum revocatorio entro fine anno.
La data del referendum revocatorio, che potrebbe destituire Maduro, è un fattore cruciale: la Costituzione prevede che se viene effettuato entro il 9 gennaio 2017 e il governo lo perde, vi saranno elezioni anticipate. 
Se invece il referendum venisse effettuato dopo il 9 gennaio, il Governo, superata di pochi giorni la soglia di metà mandato, potrebbe avvalersi del diritto di insediare il vicepresidente, uomo di fiducia di Maduro. Vanificando così l’intera operazione referendaria. 
Quello di ieri è stato un duro braccio di ferro: da una parte i manifestanti, dall’altra il governo che, secondo l’opposizione, non ha facilitato l’accesso dei manifestanti in arrivo a Caracas.
Le quattro principali stazioni della metropolitana nella zona est di Caracas, dove si trovavano i punti di incontro organizzati dall’opposizione, sono chiuse dall’alba e la polizia ha creato vari posti di blocco. secondo il governo, stava trasportando materiale esplosivo.
La stampa internazionale non potrà coprire la manifestazione, a causa di un cambiamento all’ultimo minuto delle regole per l’accredito. E così un’equipe del canale news arabo Al Jazeera è stata bloccata ieri all’aeroporto di Caracas e rispedita a casa senza spiegazioni.Maduro ha denunciato che l’opposizione si era attrezzate per organizzare un falso scontro armato per farlo poi riprendere da tv estere, con l’obiettivo di mostrare una repressione delle proteste; pare sia stata arrestata una coppia in possesso di uniformi militari e armi false.
Il leader dell’opposizione Leopoldo Lopez ha preannunciato dal carcere che la manifestazione sarà prodromica di una «grande vittoria democratica». La crisi venezuelana è acuta, ormai da anni. Una recessione economica gravissima e un’insipienza politica acclarata. Cui però vanno aggiunti gravi errori dell’opposizione, da tempo incapace di esprimere un leader autorevole.