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 2016  settembre 02 Venerdì calendario

La resa dei conti tra radicali è finita prima ancora di iniziare

La resa dei conti tra radicali è già finita, anzi non è nemmeno incominciata. I critici dell’ortodossia sono di fatto fuori dalla casa madre, cioè dal partito transnazionale riunito a congresso nel carcere di Rebibbia. Subito processati, condannati e messi alla porta. Maurizio Turco, depositario numero uno dell’eredità pannelliana, ha trattato i nemici interni come personaggi che Marco «giustamente» teneva alla larga. Nella sua relazione introduttiva li ha umanamente e politicamente massacrati. Cosicché quando è stato messo ai voti se farli rappresentare o meno nell’ufficio di presidenza, solo una dozzina di mani si sono alzate in difesa dei dissidenti. Contro Riccardo Magi, Marco Cappato e Roberto Cicciomessere si è espressa una maggioranza «bulgara», la quasi totalità dei 242 iscritti presenti in sala.
A proposito di sala: chi immagina che il congresso si svolga in un’atmosfera cupa o stralunata, tipo i concerti di Johnny Cash a Folsom Prison, è fuori strada. Niente guardie carcerarie con la carabina in pugno. Le pareti sono tappezzate da icone del leader radicale scomparso, le poltroncine in velluto come a teatro. Radio Radicale trasmette l’evento in diretta audio e video. L’eccezionalità del luogo si coglie da certi dettagli, come la presenza di ex carcerati celebri (Totò Cuffaro e Raffaele Sollecito), o di politici ancora dietro le sbarre (Marcello Dell’Utri e Ottaviano Del Turco). Con loro, a seguire i lavori, una quarantina di detenuti. Non ergastolani però: il ministro della Giustizia ha negato loro il permesso anche se, tiene a chiarire lo stesso Andrea Orlando, molto rispetta la battaglia dei Radicali contro le pene che non rieducano. Applauditi pure il direttore del Dap, Santi Consolo, quello di Rebibbia, Mauro Mariani, e pure il cappellano del carcere, don Sandro Spriano.
Il clima da simposio si è dissolto non appena ha preso il microfono Turco. Fendenti contro quanti «pescano nel torbido» e contestano la legittimità della sua leadership: «Le vostre menzogne vengono ormai riconosciute, avete trattato Pannella da morto anche quando era vivo, se ha scelto me per amministrare il partito è perché non di voi si fidava». Secondo Turco, le liste alle ultime Comunali presentate da Magi e Cappato (con l’avallo di Emma Bonino, clamorosamente assente) sono addirittura «un agguato alla storia radicale». C’è chi «vuole inseguire Renzi con il piattino in mano, ma noi non lo ostacoleremo», garantisce. Un invito a togliere il disturbo. Per le repliche, bisognerà attendere: Magi, l’avversario scomunicato, è numero 63 nella lista degli oratori. Ma promette lo stesso battaglia: «Le idee non si chiudono in cassaforte...».