La Stampa, 1 settembre 2016
In morte di Vera Caslavska, ginnasta ribelle
Ha vissuto con grazia infinita e schiena dritta anche fuori dalla pedana, Vera Caslavska, una delle più grandi ginnaste di sempre: 7 ori olimpici e 4 argenti tra il 1960 e il 1968, l’unica insieme alla russa Larisa Latynina a vincere in due Olimpiadi di fila l’oro nel completo. Si è spenta a 74 anni, uccisa da un tumore al pancreas. Era nata a Praga nel 1942, quando la Cecoslovacchia, la Repubblica Ceca di oggi, occupata dai nazisti si chiamava protettorato di Boemia e Moravia. Forse per questo non ha mai sopportato gli esercizi di potere che imprigionano il corpo e la coscienza.
Vinse sette ori olimpici
Il 1968 è l’anno di fuoco della contestazione. Ad aprile negli States sparano a Martin Luther King, in Cecoslovacchia la Primavera di Praga del governo Dubcek è assassinata in agosto dai carri sovietici. Ai Giochi di Città del Messico, Tommy Smith e John Carlos dopo la finale dei 200 metri alzano la mano guantata di nero per protestare contro la discriminazione razziale. Vera vince l’oro nel completo, nel volteggio, al corpo libero e nelle parallele, l’argento a squadre e alla trave con decisioni discusse a favore delle rivali di Mosca. Quando sale sul podio e parte l’inno sovietico Vera spegne il sorriso da attrice sotto lo chignon biondo, chiude gli occhi e abbassa il capo. Gesti che scuotono il mondo. «Andammo in Messico determinati a sputare sangue per difenderci dagli invasori», spiegava la Caslavska, a cui il governo filosovietico del dopo-Dubcek al ritorno in patria non perdonò la firma al Manifesto delle Duemila Parole, il programma dei ribelli. Anni senza poter gareggiare, lavorare, entrare in un palazzetto.
L’intervento del Cio e poi la caduta del Muro a partire dal 1980 le hanno restituito una voce e consegnato un ruolo di presidentessa del Comitato olimpico ceco (dal 1995 era membro del Cio), nella vita ha dovuto lottare anche la depressione dopo la morte dell’ex marito, il velocista Josef Odlozil, che aveva sposato con un matrimonio da prima pagina a Città del Messico. La ginnastica «degradata» di oggi non le piaceva. «Le partecipanti sono troppo giovani, una volta era uno sport che viveva della grazia delle donne, non delle bambine». Chissà se le bamboline cinesi e Simone Biles, anche lei quattro ori a Rio, sanno chi è stata Vera Caslavska.