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 2016  settembre 01 Giovedì calendario

Curare la leucemia con vitamina C e cortisone. Il caso della diciottenne morta e dei genitori sotto accusa

La leucemia se l’è divorata in pochi mesi. Mentre la malattia si portava via ogni forza, Eleonora Bottaro, 18 anni compiuti il 14 agosto scorso, è rimasta fedele alle sue idee e a quelle della sua famiglia. Ha rifiutato la medicina tradizionale per affidarsi alle cure alternative: otto mesi di patologia ma anche otto mesi di battaglia legale che sono costati ai genitori la perdita della patria potestà. «Fra pochi mesi avrò 18 anni e potrò decidere della mia vita ma questo non viene preso in considerazione», ha scritto Eleonora in un memoriale di 12 pagine presentato al Tribunale dei Minori. Il suo cuore si è fermato lunedì notte ma ora restano i suoi scritti. Ed è un testamento che continua a dividere.
Eleonora Bottaro, brillante studentessa dell’istituto agrario, residente a Bagnoli di Sopra in provincia di Padova, ha saputo di essere malata a inizio anno quando era ancora minorenne. Subito il padre Lino e la madre Rita sono finiti ai ferri corti con il professor Giuseppe Basso, direttore di Oncoematologia a Padova. I genitori seguono la filosofia dell’ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer, secondo cui le malattie non sarebbero altro che una risposta dell’organismo a traumi psicologici irrisolti. Nel caso specifico, secondo la loro convinzione, sarebbe insorta dopo la morte prematura del fratello Luca a soli 22 anni, stroncato nel 2013 da un aneurisma mentre si trovava in vacanza a Folgaria.
Di fronte alla determinazione dei medici padovani che volevano praticare la chemioterapia, marito e moglie hanno deciso di dimettere volontariamente la figlia. L’Azienda ospedaliera, a quel punto, ha inviato una segnalazione al tribunale dei Minori con tanto di cartella clinica allegata. Nel giro di poche settimane è decaduta la patria potestà per Lino Bottaro, fotografo e giornalista (creatore del sito Stampa Libera) e la consorte Rita, costretti a rivolgersi all’avvocato Gian Mario Balduin per gestire questa delicata situazione. È stato nominato anche un tutore di Eleonora, il professor Paolo Benciolini di Medicina Legale.
Dopo una non facile mediazione la famiglia è riuscita a ottenere che la figlia venisse ricoverata in Svizzera all’ospedale di Bellinzona, dove veniva curata con preparati a base di cortisone e vitamina C. «Continuavano a darci degli assassini» commenta l’avvocato Balduin. «Non abbiamo fatto altro che ribadire il diritto alla libertà di cura».
Dopo le cure in Svizzera sembrava che la ragazza si fosse ripresa ma la situazione è nuovamente precipitata. Eleonora è stata quindi ricoverata all’ospedale di Schiavonia (Padova) ma ormai le forze se ne stavano andando. L’ultimo ricorso presentato dal legale è quello con cui i genitori chiedevano ulteriori dosi massicce di vitamina C. Poi è arrivata la morte. Restano i suoi pensieri scritti su quei dodici fogli: «Sono una ragazza sufficientemente matura e questa è la mia vita».