Corriere della Sera, 31 agosto 2016
«Tra Italia e Francia non sarà mai un’amichevole». Parola di Trezeguet
David Trezeguet, lei ha fatto piangere gli azzurri all’Europeo 2000. Ma ha pianto a sua volta al Mondiale 2006. Italia-Francia potrà mai essere un’amichevole?
«No, non scherziamo. Sarà sempre una partita molto particolare e sentita. C’è grande rivalità, ma anche molto rispetto».
La sconfitta contro il Portogallo per la Francia è più difficile da metabolizzare rispetto al 2006?
«Sì, è stato un momento molto delicato e la ferita è profonda: la Francia giocava in casa e contro un avversario che sembrava alla sua portata. Il lato positivo è che la squadra ha convinto un intero Paese: il futuro sarà interessante, perché la base è solida».
Arrivare dopo Conte, per Ventura è un vantaggio o no?
«Credo che lui abbia l’esperienza giusta. È intelligente ripartire dal lavoro fatto da Antonio e poi inserire gradualmente nuovi giocatori: credo che Ventura abbia le proprie idee e in seguito voglia lasciare la sua impronta».
Chi vince domani?
«Prevedo un pareggio, con alcuni esperimenti: è una prova generale per le partite che valgono subito tre punti».
Quale eredità lascia Conte?
«L’entusiasmo ritrovato, da parte del pubblico ma anche dei giocatori. Le avete viste bene le lacrime di Buffon e Barzagli dopo la sconfitta ai rigori contro la Germania?».
Certamente.
«Anche se è un’immagine triste è quella da cui deve ripartire l’Italia: due campioni del mondo, feriti nell’orgoglio e nel loro attaccamento alla maglia, perché volevano vincere il loro ultimo Europeo. Un esempio per tutti i compagni».
Pogba quanto può crescere ancora?
«Molto. Credo che abbia sentito il bisogno di un cambiamento proprio per poter crescere ulteriormente».
Chi la colpisce tra i nuovi attaccanti azzurri?
«Belotti è molto interessante e Ventura lo conosce bene: questo aiuterà entrambi».
Sembra che in Italia manchino le grandi punte del passato, che ne pensa?
«Va fatto un ragionamento sui giovani italiani, che vanno fatti crescere e devono trovare più spazio per diventare di alto livello. Gli stranieri devono fare la differenza, altrimenti meglio puntare sugli italiani».
Pellè in Cina a 31 anni: è presto?
«Ha fatto una scelta più economica che sportiva, che va rispettata. Anche se lui stesso sarà consapevole della differenza tra la Cina e la Premier. Con Eder all’Europeo ha formato una coppia molto interessante: Conte ha fatto scoprire giocatori che hanno fatto cose straordinarie in Francia».
Mondiale 2018: la sorprenderebbe rivedere Balotelli?
«Spero che non rimanga un’eterna promessa. È un talento puro e unico. Ma è lui che deve gestire la sua mentalità e il suo stato d’animo nel modo migliore. E lavorare molto per tornare in alto».
L’esclusione di Benzema continuerà?
«Adesso è infortunato, ma credo che Karim tornerà: come si fa a lasciare fuori la punta titolare del Real Madrid?».
Griezmann si riprenderà dalle due finali perse di Champions ed Europeo?
«Sarà molto interessante vedere come reagirà: i grandi giocatori durano a lungo e lui deve confermarsi. L’età e le qualità sono dalla sua parte».
In cosa Deschamps si sente italiano. E in cosa è puramente francese?
«Nella cura della tattica. E nell’idea del calcio offensivo. Una bella miscela».
Lei è il miglior bomber straniero della Juve con 171 gol. Higuain la preoccupa?
«No (ride). I record sono fatti per essere battuti. Lui ha fatto una scelta molto importante e sta lavorando molto per rimettersi a posto: ha la possibilità di fare la storia».
Un gol come quello del Pipita alla Fiorentina poteva farlo solo Trezeguet?
«Lui ha la stessa fame di gol che avevo io ed è sempre presente dove si può far male. A volte ci dimentichiamo della semplice bellezza della palla che entra in rete».