MilanoFinanza, 30 agosto 2016
Il Ttip non è morto ma quasi
Il Ttip è fallito. No, i negoziati continuano. Nel giro di due giorni sono arrivati messaggi contraddittori sull’andamento delle trattative fra Usa e Ue per creare una gigantesca area di libero commercio. Domenica scorsa Sigmar Gabriel, vice-cancelliere e ministro dell’Economia tedesco, aveva dato per morta la possibile intesa, minata da «inconciliabili differenze» tra le parti. I negoziati, aveva sottolineato, sono ormai «di fatto falliti perché noi europei non possiamo accettare supinamente le richiesta americane».
Ma ieri la cancelliera Angela Merkel ha smentito il suo vice, affermando di ritenere ancora possibile la firma del Ttip. Parlando nel corso di un consueto briefing con la stampa, il portavoce di governo, Steffen Seibert, ha sottolineato che «i bilanci provvisori sono un cosa», ma ha ricordato che «i negoziati non sono ancora conclusi». «Continuare a negoziare è la cosa giusta», ha continuato Seibert, segnalando tuttavia che «ovviamente ci sono divergenze di opinioni» su questioni come la protezione dell’ambiente e i diritti del consumatori; e ha assicurato che la firma dell’accordo non comporterà un abbassamento degli standard europei e tedeschi. Le posizioni di entrambi i partner «divergono molto su questioni importanti» e in definitiva si tratta di «valutare se i vantaggi prevalgano sugli svantaggi», ha dichiarato il portavoce, ricordando che in molti negoziati l’impulso decisivo è arrivato solo all’ultimo round negoziale.
«La Commissione europea resta disponibile a chiudere entro fine anno» il Ttip, ha fatto sapere Margaritis Schinas, portavoce dell’esecutivo comunitario, ricordando che «la Commissione ha ricevuto mandato negoziale unanime dagli Stati membri per negoziare questo accordo». La Schinas non è entrata nel merito delle dichiarazioni di Gabriel, ma ha ribadito che il commissario europeo per il Commercio, Cecilia Malstroem, e le controparti statunitensi «continuano con i colloqui». Tanto che «se le condizioni saranno soddisfatte, la Commissione europea è pronta a completare l’accordo entro la fine dell’anno».
La Germania è uno dei Paesi dove le proteste contro il Ttip hanno raggiunto più forza nell’ultimo anno. Il dibattito è molto vivo anche in seno alla coalizione di governo: se i socialdemocratici, come Gabriel, sono sempre più scettici, la Merkel continua a sostenere il progetto e ritiene possibile la firma del trattato. Il 17 settembre sono previste sette manifestazioni contro l’accordo commerciale in altrettante città tedesche. I negoziatori europei e statunitensi cominciarono i negoziati nel 2013 per creare la più grande zona di libero scambio in tutto il mondo; e sperano ancora di completare le discussioni prima della fine dell’anno. Ma questa prospettiva si fa sempre meno concreta, per l’opposizione di membri come la Francia e la mobilitazione di molti settori della cittadinanza.
La scelta del Regno Unito di uscire dall’Ue, infine, ha complicato ulteriormente la situazione perché mette in penombra uno dei Paesi che più sostenevano l’accordo. Di qui la convinzione di molti diplomatici che i negoziati debbano essere sospesi almeno fino alle elezioni in Francia e a quelle in Germania nel 2017. Sul fronte Usa, poi, entrambi i candidati presidenziali, Hillary Clinton e Donald Trump, hanno criticato la recente Trans-Pacific Partnership tra Usa, Giappone, Canada, Australia e altri otto Paesi affacciati sul Pacifico, che deve essere ancora ratificata dal Congresso, e non hanno mostrato entusiasmo neppure per quella atlantica.