Corriere della Sera, 26 agosto 2016
Un altro giorno di scosse. I morti ora sono più di 250
AMATRICE (RIETI) Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione civile, se lo lascia sfuggire in un soffio: questo sisma potrebbe, in termini di vittime, avere «dimensioni peggiori di quello dell’Aquila», dove furono 309. L’ultimo bilancio della Protezione civile ieri fissava in 250 i morti: 193 a Amatrice, 11 ad Accumoli, 46 nella zona di Arquata nelle Marche (i nomi sono stati diffusi dal sito della Prefettura di Ascoli Piceno). Ma l’aggiornamento arrivato poi da Amatrice, 204 vittime, porterebbe a 261 il numero complessivo. I feriti sono 365. Una giornata di lutto nazionale sarà celebrata in concomitanza con i funerali delle vittime.
E il sisma non si arresta. Alla scossa delle 3.36 del 24 agosto, di magnitudo 6.0, che ha raso al suolo Amatrice, ne sono seguite, fino a ieri alle 20, 750 di minore intensità. Le due scosse più forti, ieri, sono arrivate alle 4.33 nella zona di Norcia (magnitudo 4.5) e alle 14.36 ad Amatrice. Tutte le altre repliche sono state inferiori a 3.
Così, mentre ad Amatrice la Protezione civile forniva assistenza agli abitanti rimasti nelle poche case agibili, sono intervenuti i poliziotti per transennare tutta la zona del centro, la più martoriata dal sisma: il corso è diventato subito «zona rossa», e neanche gli uomini della Protezione civile sono potuti entrare finché i Vigili del fuoco non hanno provveduto alla messa in sicurezza; il palasport adiacente al campo sportivo, adibito soprattutto a deposito (ma con la possibilità per qualche anziano di trovare un punto d’appoggio) è stato evacuato per consentire ai tecnici la verifica sulla stabilità.
Nel piccolo paese, comunque, sono molti gli edifici che a seguito delle scosse di ieri hanno subito ulteriori cedimenti. Tra questi la scuola Romolo Capranica, finita in mezzo alle polemiche per una ristrutturazione antisismica di cui non si sono visti gli effetti. Di alcuni edifici si sta valutando la demolizione per evitare rischi per gli operatori.
Per qualche minuto è circolata la voce di soccorritori rimasti incastrati tra detriti, ma è stata subito smentita dalla Protezione civile. E le scosse certamente non finiranno, la ripetitività è tipica dei terremoti in Italia: «È un andamento che rispecchia questo tipo di sismicità e non possiamo dire quanto proseguirà», secondo diversi tecnici.
Per Daniela Di Bucci, geologa della Protezione civile, «è probabile che vi siano scosse confrontabili con quella più forte» del 24 agosto, «l’Appennino è soggetto a una serie di fratture di tipo “distensivo”, che rilasciano onde sismiche che nell’area del Lazio e delle Marche sono diverse da quelle del terremoto in Umbria. Ed è probabile, appunto, che possano essere forti».