L’Illustrazione Italiana, 26 marzo 1916
La guerra d’Italia
(Dai Bollettini Ufficiali) Le operazioni dal 14 al 21 marzo
Nella zona alpina dal Tonale all’Alto Fella l’attività delle nostre artiglierie si estese e si ravvivò il 14 coadiuvata da atti aggressivi delle fanterie che procurarono utili bersagli alle nostre batterie.
Lungo il fronte dell’Isonzo nella giornata del 14 vivo duello delle artiglierie e nuovi attacchi di riparti di fanteria. Furono compiuti progressi nella zona del Rombon (Conca di Plezzo) e sull’altura soprastante a Lucinico.
A sud-ovest di San Martino del Carso, dopo intensa preparazione di fuoco, il nemico attaccò all’alba le posizioni da noi conquistate il giorno innanzi. Fu ovunque respinto con gravi perdite. Tuttavia il concentramento di fuoco di artiglierie nemiche di ogni calibro, durato violento tutto il giorno, indusse a sgombrare nella notte il ridottino per evitare inutili perdite. La posizione rimase sempre sotto il tiro di interdizione dei nostri pezzi.
In ardite irruzioni delle nostre fanterie furono presi una trentina di prigionieri, dei quali tre ufficiali: fucili, munizioni ed altro materiale da guerra.
In Valle Lagarina nell’Alto Astico e in Valsugana, duelli delle artiglierie e scontri di riparti con esito a noi favorevole.
Sull’Alto Isonzo la densa nebbia limitò il 15 l’attività dell’artiglieria che fu più intensa sulle alture ad ovest di Gorizia.
Sul Carso dura lotta accanita per il possesso delle posizioni da noi conquistate nella zona di San Martino.
Nella notte sul 15, dopo violento fuoco di artiglieria e di fucileria, l’avversario pronunciò due impetuosi attacchi giungendo sino al margine delle nostre trincee; fu ogni volta vigorosamente ricacciato e lasciò il terreno ricoperto di cadaveri. Al mattino l’artiglieria rinnovò l’azione, persistendovi con crescente violenza fino a notte; ma la saldezza delle nostre fanterie e il costante ed efficace appoggio delle artiglierie permisero di mantenere le contrastate posizioni.
Lungo il rimanente del fronte continuarono gli attacchi di nostri riparti che con lancio di bombe sconvolsero in più punti le difese dell’avversario infliggendogli perdite e provocando violente esplosioni.
Nella notte sul 16 nuclei di fanteria nemica, coll’appoggio delle artiglierie, tentavano di attaccare le nostre posizioni a sud-est di Rovereto e in Valsugana. Furono respinti dal fuoco di nostri tiratori e da qualche salva delle artiglierie.
Nella zona della Tofana (Boite), in condizioni atmosferiche avverse, venne occupata la posizione di Forcella Fontana Negra, tra la prima e la seconda vetta del massiccio, a 2588 metri di altitudine. Un tentativo di aggiramento del nemico fu subito respinto.
In Valle del Fella tiri efficaci delle nostre artiglierie obbligarono al silenzio pezzi nemici portati in prossimità del forte Hensel.
Lungo il fronte dell’Isonzo, nella giornata del 16 intensa azione delle artiglierie e attività delle nostre fanterie con getto efficace di bombe. Un nostro drappello irruppe di sorpresa in una trincea ad est di Peteano (Monte San Michele) e vi fece preda di fucili, munizioni e scudi.
Nella regione montuosa intensa attività delle artiglierie. La nostra disperse il 17 colonne nemiche in marcia verso Landro (Alta Rienz) e rinnovò il tiro sulla stazione di Toblach producendovi visibili danni e qualche incendio.
L’artiglieria nemica si accanì con particolare violenza contro le nostre posizioni sull’altura di Santa Maria nella zona di Tolmino.
Lungo tutto il fronte continuarono ieri azioni di nostri riparti appoggiati dalla nostra artiglieria.
Il nemico dimostrò attiva vigilanza e fece largo uso di bombe e razzi.
Velivoli nemici lanciarono bombe incendiarie in vicinanza di Punta Sdobba nel Golfo di Panzano: nessun danno.
Lungo la frontiera del Trentino-Alto Adige nella giornata del 17 azioni intermittenti delle artiglierie, quella nemica bombardò le nostre posizioni di Monte Collo ( Valsugana) da noi sempre saldamente tenute.
In valle del Fella nostri skiatori eseguirono ardite incursioni oltre il torrente Pontebbana e su Leopoldskirchen.
Nella notte sul 18 un nostro riparto da montagna, con l’appoggio delle artiglierie, conquistò la posizione di Gelbe Wand a nord-est del Jof di Montasio (alto Dogna) cacciandone l’avversario e prendendogli alcuni prigionieri. Rinforzi nemici accorrenti per valle Seisera furono tenuti lontano da tiri efficaci di nostre batterie.
Nella zona di Tolmino all’intenso fuoco di artiglieria del giorno 18 l’avversario fece seguire violenti attacchi contro le nostre posizioni sull’altura di Santa Maria. Dopo alterna vicenda di lotta, durante la quale prendemmo al nemico 41 prigionieri di cui due ufficiali, l’avversario riuscì a stabilirsi in qualche elemento più avanzato delle nostre difese.
Lungo il rimanente fronte dell’Isonzo continuarono i duelli delle artiglierie.
Velivoli nemici bombardarono di nuovo Punta Sdobba; nessun danno.
Lungo tutto il fronte il 19 crescente attività delle artiglierie particolarmente intensa in Valsugana e sul medio Isonzo. In entrambe le zone è segnalato l’arrivo al nemico di rinforzi in truppe e in artiglierie.
Contro le nostre posizioni di Monte Collo (Valsugana) l’avversario tentò il giorno 18 piccoli attacchi che furono prontamente respinti.
Più violente azioni si svolsero sul medio Isonzo nella notte sul 19 e nella giornata successiva. Le nostre truppe ritolsero al nemico parte delle trincee da esso occupate sull’altura di Santa Maria e respinsero nuovi suoi attacchi contro le nostre posizioni a sud di Ciginj e verso Selo. Arrestato così di netto ogni progresso dell’avversario, portammo indietro di circa 500 metri parte della nostra occupazione avanzata in corrispondenza dell’altura di Santa Maria, a fine di sottrarci all’azione di infilata di nuove batterie nemiche. L’operazione si svolse ordinata e calma all’infuori di qualsiasi pressione dell’avversario.
Anche sul Sabotino il nemico tentò di attaccare le nostre posizioni di cresta, ma fu subito ricacciato. Sul Carso giornata calma.
Il generalissimo Cadorna è dal 20 marzo a Parigi per partecipare alla grande conferenza politico-militare dell’Intesa; accolto dalla popolazione parigina, oltre che dal Governo, con le più espressive dimostrazioni di simpatia ed amicizia.