L’Illustrazione Italiana, 19 marzo 1916
Il capitano aviatore Luigi Bailo. Eroica vittima nell’escursione aerea su Lubiana
Eroica vittima nell’escursione aerea su Lubiana
Dell’incursione punitiva compiuta il 18 febbraio da una squadra di velivoli Caproni su Lubiana, I’Illustrazione ha ripetutamente parlato – dando anche notizie sull’eroe superstite capitano Salomone, ed accennando anche ai due valorosi che sul Caproni pilotato da lui perdettero la vita – il colonnello Barbieri ed il capitano Bailo, dei quali dicemmo brevemente nel numero del 5 marzo.
Del capitano Luigi Bailo diamo in questo numero il ritratto. Facendo eccezione a quanto ci siamo imposti dal primo dell’anno per tutti i valorosi ufficiali nostri che, inevitabilmente, cadono sul campo del dovere in questa durissima guerra – il capitano Bailo ci pare meriti veramente un breve cenno biografico.
Era nato a Rapallo nel 1882 da genitori di Serravalle Scrivia ivi stabiliti. Poté fare i corsi dell’Accademia a Torino dalla quale uscì nel 1904 sottotenente di artiglieria: sette anni dopo – nel 1911 – divenne frequentatore appassionato della scuola di aviazione di Cameri, e nel settembre dello stesso anno meritò il brevetto di aviatore. In Libia si distinse non solo per arditezza, ma per utilità di voli, essendo stato il primo, forse, dei nostri aviatori che seppe praticare volando l’arte fotografica riproducendo, fra altro, il campo turco-arabo di Tobruk: e per i suoi segnalati servigi meritò la medaglia d’argento al valore.
Dopo la campagna libica, sul finire del 1912, ebbe l’incarico di dirigere il corso d’istruzione dei primi sottufficiali a San Francesco al Campo, sotto Torino. In tale qualità compì il 23 agosto 1913 la magnifica escursione aerea da San Francesco a Pordenone – chilometri 450, che coperse in circa cinque ore – un record essendo la prima volta che un biplano compiva in Italia, senza scalo, un viaggio così lungo su campagna. I voli dell’audacissimo Bailo si susseguirono, meritandogli il grado di capopilota istruttore al campo di Pordenone. Nelle officine di Somma Lombardo e di Vizzola Ticino cooperò coll’ing. Caproni alla costruzione di quei magnifici aereoplani che in questa guerra nostra hanno dato ben presto così straordinari risultati; e dei Caproni fu uno dei primi piloti e, sino dall’inizio della guerra, ebbe appunto il comando della 1° squadriglia Caproni.
Il capitano Luigi Bailo nella incursione su Lubiana. ritornandone, perdette la vita mentre tirava con un fucile automatico contro l’aereoplano austriaco che inseguiva l’apparecchio pilotato dal capitano Salomone, sul quale egli si trovava insieme col colonnello Barbieri. Il Bailo era il vero tipo del pilota tecnico; si studiava di apportare ogni perfezionamento nella costruzione degli apparecchi militari; ma anzitutto era un buon artigliere e come tale aveva cercato instancabilmente di risolvere questioni riguardanti I’impiego offensivo degli aereoplani, il lancio delle bombe, il tiro delle mitragliatrici contro gli apparecchi nemici.
Quando nel febbraio scorso col Presidente francese dei ministri Briand e con il ministro Bourgeois, il generale francese Pellé si recò al fronte italiano ebbe occasione di fare un lungo volo sopra uno dei nostri «Caproni», e suo pilota fu il capitano Bailo. Appena il generale Pellè seppe che questo valoroso ufficiale era stato una delle vittime del raid su Lubiana, pregò la missione militare francese presso il Comando Supremo di deporre in suo nome sulla tomba dell’eroico aviatore una corona che in fatti vi fu deposta la mattina dell’11 marzo dal colonnello conte De Gondrecourt.