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 1916  marzo 19 Domenica calendario

Inno dei giovani esploratori italiani

Inno dei giovani esploratori italiani
                                I.
Noi udimmo nel sonno l’invito,
E balzammo serrati in drappelli
Con in pugno un bastone fiorito
Con in cuore uno sciame d’uccelli
Una musica d’oro e d’acciaio,
Un potere sì elastico e gaio!
– Su, balda vedetta
Ch’è l’ora!
Tra i picchi dei monti l’aurora
Focosa ti aspetta.
Su, agguanta la vetta ed esplora
Ch’è l’ora!
                                 II.
Passo svelto che atterra il momento,
Occhio acuto che annota ed impara,
Camminiamo, – e compagno c’è il vento.
Ardimento è la nostra fanfara,
Disciplina è la nostra fortezza,
Devozione la nostra allegrezza.
– Su, balda vedetta
Ch’è l’ora!
                                 III.
Dove un rischio si annida coperto,
Dove un male imminente sovrasta,
Dove un torto è temuto o sofferto,
Noi col piede si corre e con l’asta:
Ma ove spunta una lagrima sola
Noi con l’asta e col piede si vola.
– Su, balda vedetta
Ch’è l’ora!
                                 IV.
Attenzione è l’insonne fatica,
L’ostinato accanito lavoro.
E osserviamo l’uccello e la spica
I bei bovi e la nuvola d’oro,
Il bifolco, e quell’acqua che va
E spumeggia, e più ricchi ci fa.
– Su, balda vedetta
Ch’è l’ora!
                                   V.
E osserviamo ombre macchie sentieri
Fumi sparsi in pianure e su poggi,
E le torri annerite di jeri,
E le lucide macchine d’oggi, –
E sentiamo che in piccole mani
Sta racchiuso il potente domani!
– Su, balda vedetta
Ch’è l’ora!
Tra i picchi dei monti l’aurora
Focosa ti aspetta.
Su, agguanta la vetta ed esplora
Ch’è l’ora!
 
Questo inno fu scritto da Angiolo Silvio Novaro per incarico del Consiglio direttivo nazionale dei Giovani Esploratori Italiani.