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 1916  marzo 05 Domenica calendario

L’eroe del “raid„ aereo sopra Lubiana

Del capitano Salomone, che con un coraggio che non ammette aggettivi, partecipò il 18 febbraio, insieme ad altri sei velivoli Caproni, all’incursione aerea su Lubiana, in condizioni incomparabili – ha detto «Spectator» nel Corriere dello scorso numero. Il Re conferendogli di moti! proprio la medaglia d’oro al valor militare, il generalissimo Cadorna recandosi personalmente ad apporgliela sul petto nell’ospedale da campo dove questo vero, autentico, superbo eroe fu ricoverato per curarsi delle riportate ferite, interpretarono prontamente il sentimento profondo di ammirazione e di gratitudine di tutto l’esercito e dell’intera nazione. Il nome di Oreste Salomone, già ufficiale commissario, poi combattente in Libia, dove meritò una prima medaglia d’argento al valore, durerà eterno nei ricordi gloriosi dell’aviazione militare italiana.
Egli – come dicemmo nello scorso numero – compiuta su Lubiana la sua missione di meritato castigo – attorniato da apparecchi Fokker e da biplani austriaci che mitragliavanlo ed intimavangli di arrendersi, riuscì, pur grondante sangue dal capo per le ferite, a mantenere la direzione dell’apparecchio, ed a vincere, col meraviglioso sentimento del dovere e dell’alta responsabilità, tutte le immense difficoltà del momento, giungendo ad atterrare su suolo italiano, portando seco, in salvo, nella navicella del Caproni, i cadaveri dei suoi due amati compagni, ufficiali osservatori – il tenente colonnello Alfredo Barbieri, ed il capitano Luigi Bailo, entrambi di artiglieria.
Non ci è riuscito di accertare se il capitano Salomone discenda dalla famiglia abbruzzese che diede già un Federico Salomone, valoroso soldato nella difesa di Venezia del ’49, poi valorosissimo ufficiale delle falangi garibaldine. Ma certo egli ha messe in altissimo valore qualità superbe di temperamento, d’intelligenza, di abnegato coraggio onde è più che degno di portare sul petto l’altissima onorificenza, che il Re gli ha conferita.
Sui due degni compagni, dei quali riportò sul suolo della patria i cadaveri, si hanno queste notizie: il tenente colonnello Barbieri, nato a Roma, aveva 46 anni. Proveniente dall’artiglieria, appena promosso maggiore entrò nella Scuola di aviazione, dove si distinse molto, ed appena dichiarata la guerra contro l’Austria, ebbe adulato il comando del battaglione squadriglie di velivoli; il capitano Bailo, pure di artiglieria, era insignito della medaglia d’argento per la campagna di Libia.