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 2016  agosto 23 Martedì calendario

A San Cono in Calabria, quattro migranti sono stati pestati di botte. C’è anche un video

Una pallonata scagliata con violenza contro un passeggino con un neonato spinto da una mamma, una rissa in piazza, il pestaggio di un giovane di San Cono ad opera di un gruppo di immigrati. E alla fine, sabato scorso, l’epilogo: la vendetta contro di loro, gli immigrati, colpiti a bastonate mentre fanno rientro nella loro casa italiana, il centro di accoglienza per minori a San Michele di Ganzaria. In tutto questo c’è un particolare che gli investigatori dei carabinieri ritengono per nulla di poco conto: tra gli arrestati autori della spedizione punitiva, uno è sposato con quella signora che un mese fa spingeva il passeggino colpito dalla pallonata tirata da un egiziano, forse lo stesso che adesso lotta tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi Nesima con la testa fracassata con una mazza da baseball.
Storie di intolleranza multietnica hanno trascinato San Cono, piccolo paese della piana di Catania, al centro di una brutta pagina di accoglienza al limite della sopportazione. Perché l’ultimo paese della provincia di Catania ha cambiato completamente volto da due mesi a questa parte, da quando è diventato operativo il Cpa (centro di prima accoglienza) che ospita circa 25 minori. Da mattina a sera trascorrono il loro tempo in paese senza alcun controllo e spesso si lasciano andare ad episodi poco civili.
Dice il sindaco di San Cono Nuccio Barbera del Pd: «In più occasioni si sono fatti sentire, litigando con i giovani del paese per piccole incomprensioni. Scaramucce continue che sabato sono culminate con l’aggressione. Un fatto grave per nulla ammissibile del quale spero al più presto si possano conoscere i dettagli. Ma non chiamateci razzisti – sottolinea Barbera – Siamo la prima comunità siciliana ad accogliere gli immigrati. Noi non siamo contro l’accoglienza, ma contro questa gestione dell’accoglienza che avviene senza professionalità e senza controlli».
Resta lo shock che ha suscitato il video al centro dell’inchiesta della magistratura sull’aggressione avvenuta sabato scorso e che ha portato in carcere tre giovani.
Sono ben visibili tre ragazzi inermi, un quarto è quello che tiene in mano il telefonino, che chiedono aiuto, alzano le mani per arrendersi, mentre un giovane poi arrestato tiene una pistola e una mazza da baseball colorata. Senza esitazione passa al pestaggio, mentre si sentono urla di dolore così come i colpi affondati.
In sottofondo grida in dialetto siciliano in cui gli aggressori apostrofano i giovani immigrati egiziani, “Merda, siti merda” con un inequivocabile finale: “Vinnata ghiri do paisi”, (ve ne dovete andare dal paese…). E poi si nota anche un secondo aggressore, con jeans corti e maglietta rossa, con un mazza in mano correre verso uno dei tre ragazzi e colpirlo alla testa. Potrebbe essere quello della pallonata. La sua adesso è legata ad un filo nel reparto di rianimazione di un ospedale di Catania.