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 2016  agosto 23 Martedì calendario

In morte di Toots Thielemans, l’armonica del jazz

Claudio Sessa per il Corriere della Sera
L’armonicista belga Jean-Baptiste «Toots» Thielemans, morto nel sonno ieri a 94 anni dopo essere stato ricoverato per una caduta, era uno di quei grandi jazzisti la cui intensità espressiva, apparentemente semplice, lo ha reso popolarissimo anche ben oltre la cerchia degli appassionati.
In tanti ancora lo ricordano al fianco di Mina interpretare «Non gioco più», sigla nel 1974 del varietà televisivo «Milleluci»; nel 1997 aveva suonato anche a Sanremo, ospite dei Dirotta su Cuba.
Negli Stati Uniti, dove aveva suonato per la prima volta nel 1947 e si era poi stabilito nel 1952, aveva affiancato star della canzone come Frank Sinatra, Paul Simon o Billy Joel; il suono malinconico e umanissimo della sua armonica a bocca aveva segnato colonne sonore del calibro di Un uomo da marciapiede, Getaway e Sugarland Express. Quincy Jones, altro musicista al di là dei generi, lo aveva descritto «senza esitazioni come uno dei maggiori musicisti della nostra epoca; quando suona il suo strumento si dimostra tra i migliori jazzisti di tutti i tempi. Tocca dritto il cuore fino a farti piangere».
E in effetti, nonostante i successi mondiali in tutti gli stili, Thielemans resta soprattutto uno dei più originali jazzisti che l’Europa abbia prodotto. Nato a Bruxelles il 29 aprile 1922, aveva iniziato suonando la fisarmonica e la chitarra, strumento quest’ultimo a cui si era avvicinato grazie all’ammirazione per Django Reinhardt. Proprio con la chitarra realizzerà quello che resta il suo brano più conosciuto, «Bluesette», inciso nel 1962 suonando e fischiando all’unisono. Un’idea vicina alla musica popolare, com’è stata quella di dedicarsi all’armonica a bocca.
Nei primi anni Cinquanta lo strumento era poco più di un giocattolo; Thielemans, che già si dedicava al jazz più sofisticato e complesso, lo adottò e gli diede la dignità che oggi tutti gli riconoscono. Seppe piegarlo alle difficoltà virtuosistiche del bebop (il giovane Thielemans si esibì al fianco di Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis) e trovargli una voce caratteristica fin dall’epoca del cool jazz, suonando assieme a un altro eccellente espatriato europeo, il pianista inglese George Shearing.
Dopo il successo degli anni ‘60 e 70 Thielemans non si è adagiato sugli allori, ascoltando con attenzione e umiltà le trasformazioni del jazz e collaborando, fra i tanti, con giovani talenti come Jaco Pastorius e Pat Metheny, la cui musica deve molto alle sonorità da lui ideate. Ritiratosi dalle scene nel 2014, in Belgio era una celebrità assoluta: nel 2001 il re Alberto II lo aveva nominato Barone e alla notizia della sua morte il primo ministro Michel ha subito scritto: «Abbiamo perduto un grande musicista, una personalità che scaldava il cuore».

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Carlo Moretti per la Repubblica

Che fosse il fischio che accompagna all’unisono le note della sua chitarra nel grande successo degli anni Sessanta intitolato Bluesette o fosse invece la sua inconfondibile armonica nel tema principale del film Un uomo da marciapiede, il suono prodotto da Toots Thielemans aveva la capacità di entrare nelle vite di ognuno di noi e per pochi minuti di renderle più leggere, in un certo senso migliori. La magia si ripetè anche nel 1974 con la sigla finale della trasmissione
Milleluci quando suonando al fianco di Mina Thielemans riusciva a portare alle stelle la bella melodia di Non gioco più, duettando alla pari con la regina della voce.
Il grande musicista belga che aveva dato dignità nel jazz a uno strumento povero come l’armonica a bocca è morto ieri mattina nel sonno mentre si trovava in un ospedale di Bruxelles per i postumi di una caduta, come ha chiarito il suo agente Veerle Van de Poel che ha diffuso la notizia della scomparsa. Thielemans aveva 94 anni e non si esibiva più dal marzo del 2014 quando per problemi polmonari aveva annunciato il ritiro dalle scene: non si sentiva più «forte abbastanza da reggere un intero concerto» e ringraziando il suo pubblico aggiungeva di «sperare di essere ricordato come il ragazzino di Bruxelles che era diventato un cittadino del mondo».
Sin da piccolissimo interessato alla musica, Thielemans cominciò come fisarmonicista per dedicarsi poi all’armonica e alla chitarra. Il virus del jazz, come lo definì lui stesso irridendo l’ostracismo culturale dell’epoca, lo “contaminò” durante l’occupazione tedesca del suo paese. Il suo primo idolo fu il chitarrista Django Reinhardt e l’incontro fondamentale per la sua carriera fu con il clarinettista e band leader Benny Goodman che lo volle con sé nel tour europeo del 1950. L’influenza più forte fu però esercitata su di lui dal sassofonista Charlie Parker, che Thielemans ebbe poi la fortuna di incontrare al suo arrivo in America nel 1952, entrando a far parte dell’orchestra All Stars a Philadelphia.
Nato il 22 aprile 1922 a Bruxelles con il nome di Jean-Baptiste Frédéric Isidor, Thielemans prese il nomignolo “Toots” in onore di due altri suoi idoli, i musicisti Toots Mondello e Toots Camarata. Nel 2001 re Alberto II del Belgio gli aveva conferito il titolo nobiliare di Barone per meriti artistici.
Thielemans ha suonato con i più grandi nomi del jazz, da Ella Fitzgerald a Bill Evans, da George Shearing a Jaco Pastorius, da Natalie Cole a Pat Metheny, la sua armonica si ascolta nei dischi di Paul Simon e di Billy Joel. E in quelli di Quincy Jones che l’ha definito «uno dei migliori musicisti di tutti i tempi».
Oltre a Un uomo da marciapiede la sua armonica è presente in molte altre colonne sonore: The Getaway, Sugarland Express, Un grande amore da 50 dollari, Fiore di carne, Jean de Florette. Negli anni non aveva dimenticato l’Italia: nel ’97 fu ospite dei Dirotta su Cuba al Festival di Sanremo e nel 2004 di Sergio Cammariere a Pescara Jazz.