Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  agosto 21 Domenica calendario

Bronzo, per il Settebello è l’ottavo podio olimpico

Un pesantissimo, prestigiosissimo, soffertissimo bronzo. È l’ottavo podio olimpico e il Settebello si prende la madre di tutte le rivincite. Manda all’inferno per la terza volta consecutiva il Montenegro, una piccola Serbia che fino all’ultimo secondo impegna gli azzurri subendoli come nella prima fase. Campagna porta a termine la missione che pareva impossibile, si tuffa liberando la gioia dopo un torneo stressante, con momenti di tensione e incostanza per via di 3 sconfitte, ma anche reso complicato da un avvio contro la Spagna per via delle frattura al naso di Matteo Aicardi. Nella finalina, ironia del destino, il centroboa ha siglato di rimbalzo la rete che ha definitamente spento la resistenza dei montenegrini. Con i complimenti di Aleksandar Ivovic, rivale che gioca nel Recco: «Complimenti a quest’Italia, ha disputato una grande Olimpiade, ha una squadra piena di talenti e e giocatori esperti: il suo futuro è assicurato, e ci guadagnerà tutta la pallanuoto».
Emozioni Quant’è diverso l’epilogo tra l’argento amaro di Londra contro i croati, e questo bronzo costruito dopo la traumatica semifinale persa dalla Serbia: Campagna di ciclo in ciclo ha saputo responsabilizzare gli anziani e fatto capire ai giovani che nulla era ancora perduto, e la finale per il bronzo era la miglior occasione per ricambiare la fiducia. Così in acqua, il Settebello schierato davanti ad un Tempesti attento alla maniera di un drago, ha disputato una partita diligente, coraggiosa, tatticamente convincente, con una difesa più registrata, un mancino come Valentino Gallo che rispondeva da par suo alla tripletta di Janovic, e un solidissimo lavoro dei centroboa, ora Bodegas con un polso malmesso ma stoico, ora con Aicardi efficacissimo. Ma è stata la partita di tutti: anche per Nora che negli appena 2’37” in acqua siglava un gol pesante nel corso di una partita sempre sul filo, anche nel doppio vantaggio azzurro. Il Settebello provava a scappare, sfruttando pure sei preziose superiorità, ma i montenegrini rispondevano sempre con reazioni incisive, prendendo troppi legni e sbagliando pure un rigore con Ivovic.
Fratelli È stata la finale anche dei fratelli Presciutti, undici anni di differenza e ruoli diversi: col piccolo Nicholas a difendere ma a segnare una doppietta come il fratello Christian, al passo d’addio azzurro come Tempesti. Che chiudeva ogni spiffero, mentre dal lato opposto l’alternanza condurre in porto un’operazione-medaglia non scontata, dopo un torneo che ha promosso le stesse quattro di quattro anni fa. Nel ricambio generazionale, Sandro ha saputo trovare i puntelli giusti, ha saputo ripescare un mancino come Gallo del quale si era privato nel 2015, ha rinunciato a un Giorgetti, ha puntato su un Velotto che se aumenterà di peso potrà avviare con il portiere Del Lungo, Di Fulvio, Fondelli, Nicholas Presciutti, Nora, il ciclo giusto per avvicinarsi alla Serbia.
Rilancio È questa la più bella lezione che il Settebello consegna tra mille emozioni ed una felicità liberata alla fine: la rifondazione non è totale, e se graduale funziona, può portare a costruire e a raggiungere simili imprese. Figlioli non dimenticherà mai Rio non solo perché vi è nato, ma perché vi è tornato per esaltarsi con un lavoro molto complicato da assolvere, stavolta contro una squadra fisicamente impegnativa, solida e attrezzata di cecchini. Ma questo Settebello di bronzo aveva più cuore, più disciplina, più varietà; e faceva più attenzione a non cadere nelle trappole montenegrine attuate da Jokic e Darko Brguljan. Quando gioca come ieri, questo Settebello fa pesare anche il suo prestigiosissimo passato: non è un passo indietro rispetto a Londra, ma un clamoroso passo avanti nella costante transizione. E Campagna è stato mattatore anche stavolta rischiando, sbraitando e urlando che no, quest’Italia quando conta non deve temere nessuno. Era alla sua nona: merita dieci.