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 2016  agosto 21 Domenica calendario

Sul mercato delle ceneri d’autore

«A egregie cose il forte animo accendono / l’urne de’ forti...». Così Foscolo, infiammato di spiriti romantici, davanti ai sepolcri fiorentini di Santa Croce. Truman Capote, l’autore di «Colazione da Tiffany» e «A sangue freddo», non si sentiva forte e non credeva nella funzione pedagogica dei cenotafi. Disfatto dall’alcol e dalla droga, quando morì a 59 anni era ormai l’ombra dello scrittore di successo conteso da Hollywood. E lasciò scritto che le sue ceneri, ultima civetteria del vecchio dandy, fossero contenute in una cassetta intagliata di giapponeserie. Non gli fu concesso, non avrebbe voluto, l’ospitalità di un qualsivoglia famedio. La cassetta fu conservata dall’amica Joanna Carson, vedova del celeberrimo intrattenitore televisivo John Carson. Una scelta che, come ogni altra in questa materia, merita rispetto, lo stesso che andrebbe riservato al titolare delle spoglie. In realtà, la pietas dell’amica Joanna fu compromessa, inquinata, da alcuni episodi che intendevano rendere un dubbio onore a Capote, al suo spirito irriverente e beffardo. Una volta il cofanetto fu trafugato, e poi restituito, per esibirlo in una macabra festa di Halloween. In altri casi fu richiesto per presenziare a spettacoli commemorativi dello scrittore. 
La banalizzazione della morte, l’offesa alla sua sacralità (quanto meno come compendio e sigillo di una vita irripetibile in tutti i suoi accadimenti, felici o tristi) hanno preso la china di una irrimediabile fatuità. Magari si fosse toccato il fondo. Leggo infatti che le ceneri di Capote sono soggette ad altre non edificanti traversie. Alla morte di Joanna, non si sapeva cosa farne. E una casa d’aste ha pensato bene di metterle all’incanto, persuasa di ricavarne una cifra tra i quattro e gli ottomila dollari. Si ignora ciò che ne farebbero i possibili acquirenti. Utilizzarle per altre baracconate o riti esoterici? Trarne ispirazione per eventuali capolavori? 
Certo lo scrittore, che si propose come modello di inaudite libertà e sregolatezze, avrebbe irriso all’idea di essere messo in vendita con il suo prezioso cofanetto. Chissà cosa ne avrebbe pensato Evelyn Waugh. Questo scrittore aristocratico e davvero grande ha espresso nel «Caro estinto» una satira divertita e tagliente sul business dei funerali in voga oltreoceano. Il suo romanzo sembra anticipare l’attuale vicenda, denunciare una mercificazione e una stupidità così invasive che non si arrestano davanti alla stessa morte.