la Repubblica, 21 agosto 2016
Trovati i corpi dei tre sub morti per aiutare un amico a Palinuro
Il sole scende sulla spiaggia di Palinuro, dove ancora è ormeggiata la Valeria, la barca dei sub dispersi nella grotta della Scaletta. La barca di tante immersioni, dove riecheggiano ancora i brindisi, le risate, la voglia di vita e di natura dei tre amici. E vola l’elicottero della Guardia Costiera capace di volare di notte cala sul mare per dare sicurezza ai sub dei Vigili del fuoco: in caso di necessità assicurerà il soccorso immediato. In 24 ore i soccorritori venuti da tutta Italia hanno dovuto imparare tutti i segreti di questa costa bella e maledetta, dove gli incidenti avvengono, ma si cerca di dimenticarli. I segreti dei tre sub che, pur esperti, sono rimasti intrappolati in una delle cavità celate dalla caverna sommersa.
Sono andate avanti anche per la seconda notte, le operazioni di recupero di quelli che ancora, per un disperato bisogno di pensarli in salvo, sono i tre amici scomparsi dopo l’esplorazione di una delle grotte più difficili della costa. Ancora 24 ore di ansia per i parenti di Mauro Cammardella, istruttore esperto in cavità sottomarine e titolare di un diving tra i più accreditati di Palinuro, suo cugino Mauro Tancredi e l’amico che condivideva la passione da anni con loro, il parmense Silvio Anzola milanese di adozione. Hanno atteso sulla banchina per ore che dall’altra parte del molo, verso la Grotta Azzurra cilentana, notizie dei congiunti scomparsi nelle anse della caverna. Il sogno di ritrovarli vivi si è allontanato minuto dopo minuto, mentre i vigili del fuoco sommozzatori si calavano a 49 metri per cercarli. E anche l’ipotesi che fossero stati protetti e salvati da una bolla d’aria sfuma: nello stretto cunicolo della grotta della Scaletta ce ne sono due, in serata ai soccorritori ne restava da controllare uno. Ma a un certo punto si è diffusa la voce che fossero stati individuati, anche se nessuna conferma ufficiale è arrivata dalla Guardia costiera e dalle autorità locali. In serata un secondo elicottero della Capitaneria si è aggiunto al primo, per garantire soccorso eventuale agli stessi soccorritori. Le operazioni infatti sono rese estremamente difficili dalla posizione dei cunicoli e dalla loro ristretta dimensione (circa un metro di diametro).
La famiglia di Anzola, che era all’ultimo giorno di vacanza a Palinuro, è rimasta nel residence dove torna ogni anno, ad attendere notizie. «Resta la parte terminale di un cunicolo, l’ultimo tratto di quindici-venti metri», dice il comandante della Guardia costiera di Salerno Alberto Mandrillo, uscendo da un briefing lungo un’ora e mezza con il sindaco di Centola, di cui Palinuro è una frazione, i soccorritori e il magistrato assegnatario dell’inchiesta, alla procura di Vallo della Lucania.
Resta ancora senza un perché la scomparsa dei sub, esperti non solo nel diving, ma anche nell’esplorazione delle grotte, che nella loro amata costiera sono 35 e una più bella dell’altra. Tredici morti dall’84 non consiglierebbero una revisione degli accessi? Non secondo il sindaco, Carmelo Stanziola: «Sarebbe come far chiudere le gallerie stradali perché anche li’ avvengono incidenti».
Le voci si accavallano, le storie si moltiplicano. Ci sarebbe qualcuno che ha visto i tre già senza vita venerdì pomeriggio. Sarebbero stati in fila indiana, ultimo Cammardella, il più esperto, cosa che ha fatto costruire un’ipotesi plausibile: uno dei due compagni era in difficoltà. O ha avuto un malore e Mauro sarebbe arrivato per salvarli. Ipotesi che restano in piedi per poco e che avranno conferma solo quando i corpi saranno recuperati. Grazie ai computer ai polsi dei sub.
Per Cammardella e gli altri quella di venerdì era una mattina di immersione come le altre, un giorno in più per vedere le meraviglie della loro amata costiera, quelle che avevano fotografato e descritto nei social, sul sito del Centro sub e che tenevano stretti dentro di loro. Solo le loro strumentazioni, se e quando verranno recuperate, chiariranno che cosa è andato storto nella grotta la cui bellezza volevano vedere ancora una volta. Purtroppo l’ultima.